Coronavirus: due nuovi casi ma nessun decesso in Sardegna.
Due nuovi casi di positività al Covid-19 in Sardegna, resta invariato invece il numero dei decessi, 134 in tutto.
Gli ultimi due contagi si sono registrati in provincia di Sassari. E’ quanto emerge nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale.
Complessivamente sono 1.441 i casi accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 113.405 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono 6, nessuno in terapia intensiva, mentre 56 sono le persone in isolamento domiciliare.
Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.240 pazienti guariti, più altri 5 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 1.441 contagi accertati, 271 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 135 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 84 a Nuoro, 890 (+2) a Sassari.
Grave situazione di esposizione a pericoli sanitari per gli operatori del 118 nella gestione di pazienti affetti da Covid-19. È la denuncia di un gruppo di associazioni in rappresentanza degli addetti in prima linea nella battaglia al coronavirus. “Questi operatori – si legge in una nota – continuano a essere attivati dalle centrali operative 118 per soccorsi e trasporti sanitari di pazienti con sospetta o certificata affezione da virus Covid 19, nonostante le direttive nazionali e regionali stabiliscano in maniera inequivocabile che questi servizi devono essere sostenuti ed effettuati esclusivamente da operatori sanitari con adeguate protezioni e opportuna formazione”. Le associazioni ricordano che cosa è successo nei mesi scorsi: “Non vi è mai stata sufficiente assistenza o indicazioni sullo approvvigionamento dei dispositivi di protezione, nè allora nè oggi, costringendo le associazioni a fare salti mortali per cercare di reperire anche la più piccola fornitura, pur di proteggere gli operatori. Mentre nelle altre regioni il volontariato ha lavorato di concerto con le istituzioni per essere coordinato e per dare un servizio ottimale con il massimo della protezione per gli operatori, qui in Sardegna le associazioni hanno combattuto da sole, senza mai fermarsi. Oggi la situazione non è variata”. Appello finale: “Ad oggi non conosciamo cosa intenda fare la Regione Sardegna del sistema di soccorso sanitario, che è un disastro. Urliamo a gran voce che non manderemo più i nostri ragazzi al macello. Denunceremo alle autorità competenti ogni utilizzo del volontariato in cui non sia rispettato il diritto alla salute e alla sicurezza degli operatori con il conseguente rischio per gli assistiti”.
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