Coronavirus: il sindaco Lutzu chiede l’immediato potenziamento delle strutture sanitarie.
“L’evoluzione della diffusione del Coronavirus anche a Oristano impone l’immediato potenziamento delle strutture sanitarie della Assl dedicate alla diagnostica da Sars-Cov2”.
Lo sostiene il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, anche nella sua qualità di presidente del Comitato di Distretto Sanitario, che porta il peso dell’istituzione comunale sul tavolo delle richieste che da più parti sono indirizzate alla Regione e alla Assl, per un recupero di efficienza dei servizi sanitari cittadini, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria.
“A Oristano si stanno raggiungendo numeri mai toccati neanche nella fase più acuta della pandemia – puntualizza il sindaco Lutzu -. La provincia di Oristano si sta rivelando, negli ultimi tempi, uno dei maggiori focolai di espansione della epidemia da coronavirus. Oristano, sede di scuole e servizi pubblici di valenza sovracomunale, ogni giorno attira migliaia di persone, un numero altissimo che favorisce la creazione di assembramenti e l’ulteriore diffusione del virus.
Nel territorio la capacità diagnostica delle strutture sanitarie preposte risulta particolarmente difficoltosa – prosegue Lutzu -. La grave carenza di personale medico e infermieristico dei servizi di Igiene pubblica, colmata solo in parte dal grande sacrificio del personale in servizio, il ritardo inaccettabile nella esecuzione dei tamponi per casi sospetti che hanno quindi la possibilità di diffondere incolpevolmente la malattia, l’impossibilità di ottenere in tempi brevi il referto dei tamponi, non sono più tollerabili dalla popolazione. I sindaci della provincia hanno già manifestato la loro protesta e il comune capoluogo per la sua funzione nel territorio sostiene la posizione dei centri più piccoli”.
Come hanno opportunamente evidenziato l’Ordine dei Medici e la Federazione dei medici di famiglia, il sindaco Lutzu ribadisce la richiesta di un immediato potenziamento dei servizi di Igiene pubblica e della loro capacità di intervento, una maggiore tempestività nell’esecuzione e nel processo dei tamponi, con l’aumento di quelli processabili nei laboratori pubblici della Assl e l’estensione ai laboratori accreditati, la possibilità della prescrizione del tampone da parte del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta come previsto dal Ministero della Salute.
Intanto, sono 6 i casi di positività al Covid-19 accertati a Oristano tra ieri e oggi. I nuovi contagi sono stati comunicati al sindaco Lutzu dalle autorità sanitarie della Assl di Oristano. Dei 6 nuovi positivi, 1 è sintomatico, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni, mentre gli altri 5 sono asintomatici. I 6 soggetti sono entrati in contatto con altre persone risultate positive al tampone nelle scorse settimane. Tutti sono stati messi in isolamento domiciliare. Dopo i casi di oggi il bilancio sulla diffusione del Coronavirus a Oristano dall’inizio di settembre sale a 49 casi. I pazienti guariti sono 8, mentre i soggetti ancora positivi sono 41. I pazienti ricoverati in ospedale sono 5 di cui 2 per Covid-19 e 3 per altre patologie.
Le giuste preoccupazioni del sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, sono confermate dall’ennesima impennata dei nuovi contagi rilevati oggi nell’Isola. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si registrano, infatti, 82 nuovi casi, 70 rilevati attraverso attività di screening e 12 da sospetto diagnostico. Da registrare anche il decesso, avvenuto il 26 settembre, di una donna di 81 anni ricoverata a Nuoro. Le vittime sono in tutto 151. Complessivamente sono 3.849 i casi di positività al Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 187.520 tamponi, con un incremento di 1.686 test rispetto all’ultimo aggiornamento. Sono invece 102 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-7 rispetto al dato di ieri), mentre sono 19 (+2) i pazienti n terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.910. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.652 (+12) pazienti guariti, più altri 15 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 3.849 casi positivi complessivamente accertati, 591 (+6) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 394 (+9) nel Sud Sardegna, 315 (+14) in provincia di Oristano, 483 (+12) a Nuoro, 2.055 (+41) a Sassari.
In Sardegna, nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio, si contavano appena 0,67 casi di Covid ogni 100mila abitanti, secondo i dati del Ministero della salute rielaborati da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri che hanno trattato il 70% dei ricoverati Covid. Dopo il grande rilassamento estivo nella settimana dal 14 al 20 settembre, l’incidenza dei casi sulla popolazione è salita a 32,57. A sua volta in questo arco di tempo l’indice di contagiosità, il famoso R con t, è salito da 0.24 a 0.62, comunque sotto la soglia di sicurezza che è 1. I focolai attivi a inizio estate erano 5, ora sono 79, dei quali 29 quelli che hanno cominciato a sprigionare scintille nell’ultima settimana. E si aggiunga il fattore popolazione “fragile”, in Sardegna il 24% degli abitanti è over 65 anni, e di questi il 44% con una o più malattie croniche e il 24% con due o più malattie croniche. E’ quanto si evince dall’indagine della Fadoi sull’andamento dell’epidemia regione per regione. “La situazione dei contagi in Sardegna ha avuto ad agosto un andamento che è stato al centro dell’attenzione nazionale. Da isola Covid-free, con un Rt di 0,03 a giugno, a cavallo di ferragosto si è avuta un’impennata dei contagi passati da poche decina ad un migliaio in due settimane. La nuova ondata epidemica, a partenza prevalente dal Nord, è stata di entità tale da richiedere il supporto dalle strutture del Sud Sardegna”, ha commentato Maria Antonietta Marzilli, presidente di Fadoi Sardegna.
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