Sulla donna scomparsa a Mogorella si indaga per omicidio.
La Procura della Repubblica di Oristano ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio per la scomparsa di Marina Castangia, 60 anni, parrucchiera originaria di Cabras ma residente a Mogorella, sparita nel nulla i primi di maggio.
Sul registro degli indagati, come atto dovuto per consentire una serie di accertamenti, è stato iscritto il nome del compagno, Antonio Demelas.
Da questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Mogoro e gli specialisti del Ris arrivati da Cagliari stanno perquisendo l’abitazione di Demelas, a Mogorella, in cerca di elementi utili a indirizzare le indagini.
A denunciare la scomparsa erano stati il figlio e i fratelli della donna, che si erano rivolti ai Carabinieri dicendo che non avevano sue notizie da febbraio. Del caso si è anche occupata la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”.
Da quanto si apprende, Antonio Demelas aveva dichiarato di aver visto la compagna i primi di maggio. La donna era tornata a casa a prendere dei vestiti. Una versione che però non combacia con quella dei familiari, e, probabilmente, anche per questa ragione questa mattina sono scattati gli accertamenti ordinati dalla Procura.
Il Governo ha deciso di impugnare la legge regionale che aumenta le province da 5 a 8 senza il preventivo referendum previsto dallo statuto della Regione. La Sardegna, è stato ricordato dal Governo, con circa 1.600.000 abitanti, ha oggi quattro province e una città metropolitana. Si tratta dello stesso numero del Lazio, che però conta 6 milioni di abitanti (il quadruplo della Sardegna). Se la regione passasse a otto province, conterebbe un numero di enti di area vasta superiore a quelle del Lazio, della Campania, del Veneto e della Puglia, tutte regioni molto più popolose della Sardegna. Le province sarde avrebbero in media 200.000 abitanti, cioè meno di un municipio di una grande città. Il Governo si è quindi opposto alla riforma che, con una immotivata moltiplicazione di enti, avrebbe dato vita a una struttura troppo complicata, articolata e inutilmente costosa, senza il doveroso ricorso alla consultazione popolare prevista dallo statuto.
“Abbiamo fatto una legge di riordino del sistema provinciale esattamente come è stata fatta nella scorsa legislatura e qualche legislatura fa. Mai prima d’ora però un ufficio del Governo aveva ritenuto di impugnare un provvedimento del genere chiedendo un referendum preventivo”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, a proposito della scelta del governo di impugnare la riforma degli enti locali,. “Oggi – ha detto Solinas – si trattano casi simili in maniera dissimile. Temo che questa non sia più un’applicazione del diritto ma sia un’impostazione ideologica, che tende a punire chi sta cercando di restituire efficienza ed efficacia a funzioni sovracomunali insopprimibili, come la viabilità provinciale o gli istituti secondari”.
“Una giusta decisione del Governo”. Così, invece, Alessandra Todde (M5S), viceministro dello Sviluppo economico, sull’impugnazione della riforma che portava a sei le Province e a due le Città metropolitane in Sardegna. “Il Movimento 5 Stelle – ha aggiunto Todde – si è sempre opposto a questa legge che non rispetta lo Statuto regionale e che promuove una proliferazione di enti dispendiosa e senza ricadute sul territorio. D’altra parte, già nel 2005 le Province sarde sono passate da 4 a 8 e poi, nel 2012, con referendum sono state abrogate col favore del 97% dei sardi. Bisogna rispettare questa decisione, evitando inutili sovrapposizioni di livelli istituzionali che non portano certamente valore al territorio”.
2 comments
Caro solinasa il referendum c’è già stato e ha avuto un risultato, un ulteriore sarebbe uno spreco di soldi non tuoi, per favore basta!
È vero! E, come ha detto la Todde, con una maggioranza bulgara che non ammette discussioni!