Proseguono gli interventi di soccorso e la lotta alle fiamme nell’Oristnese.
Proseguono, senza sosta, le operazioni di soccorso e la lotta alle fiamme di Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile, Carabinieri, barracelli e volontari, per arginare l’enorme rogo che ha raso al suolo boschi e macchia mediterranea nell’Oristanese.
Il dispositivo di soccorso messo in campo dal Corpo nazionale può contare anche su varie squadre a terra, supportate da Canadair, che dalle ore 6 di questa mattina stanno combattendo contro il fuoco a Scano Montiferro e a Tresnuraghes.
Ieri, a Tresnuraghes, tre squadre hanno operato per tutta la notte e questo ha permesso di salvare dalle fiamme due attività ricettive, mentre a Scano di Montiferro il lavoro notturno delle squadre ha permesso di tenere sotto controllo il fronte del fuoco, che ieri aveva causato l’evacuazione di oltre 400 persone.
A destare maggiore preoccupazione sono però due fronti di fuoco attivi a Santu Lussurgiu e Suni-Bonarcado. A Santu Lussurgiu, oltre alle squadre a terra, stanno operando due elicotteri regionali, due Canadair della flotta nazionale e due arrivati dalla Grecia. Per le fiamme nei territori di Suni-Bonarcado stanno lanciando bombe d’acqua due elicotteri regionali, due Canadair nazionali e due provenienti dalla Francia.
In queste drammatiche giornate hanno dato un grosso aiuto anche i Carabinieri del Comando provinciale di Oristano con 50 militari della Compagnia di Ghilarza, 50 della Compagnia di Oristano e 24 della Compagnia di Mogoro. I militari sono stati impegnati nel monitoraggio delle aree colpite, nei servizi di viabilità per consentire ai mezzi di soccorso di muoversi agevolmente nelle zone “calde”, e nel fornire informazioni ai residenti dei paesi minacciati dal fuoco, prodigandosi inoltre nella gestione delle evacuazioni, consentendo di trasferire, in tempi relativamente brevi, tutti gli sfollati in aree più sicure messe a disposizione dalle varie amministrazioni comunali. Nel frattempo i Carabinieri hanno svolto anche l’attività anti sciacallaggio, garantendo che le abitazioni rimaste disabitate non venissero visitate da malintenzionati.
Per ricostruire boschi e macchia mediterranea distrutta dal fuoco serviranno almeno 15 anni, senza contare i danni incalcolabili all’agricoltura causati dalle fiamme, che hanno raso al suolo 20 mila ettari, distruggendo pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio, mezzi agricoli, e ucciso tantissimi animali. Una calamità che le comunità dei territori colpiti non scorderanno mai e da cui sarà difficili riprendersi.
“Un disastro immane, una tragedia che ha colpito la Sardegna e in particolare l’oristanese, un territorio ed una comunità che da anni vive una situazione di difficoltà generale e che ora subisce un danno ambientale ed economico incalcolabile” Sono queste le parole dell’Amministratore straordinario della Provincia di Oristano, Massimo Torrente, a commento del dramma che sta vivendo in questi giorni tutto il Montiferru. “Purtroppo la situazione è tutt’ora critica, gli incendi non sono stati ancora domati e la priorità è la messa in sicurezza del territorio, delle abitazioni e dei cittadini. Al momento è impossibile fare una stima dei danni, che saranno certamente enormi e insostenibili senza un intervento immediato dello Stato, che dovrà garantire un sostegno economico ad un territorio messo in ginocchio da un evento catastrofico. Per questo mi unisco alla richiesta di aiuti che il presidente della Regione Sardegna ha già inoltrato al Governo Draghi”. Risale ormai a 30 anni fa l’ultimo grave incendio che ha devastato i boschi del Montiferru, nei primi anni ’90, ma la catastrofe di questi giorni, che ha distrutto 20 mila ettari, è immane e incomparabile anche a quell’evento. La Provincia di Oristano ha inviato i pochi uomini e mezzi a disposizione per verificare danni e percorribilità delle strade provinciali interessate dagli incendi. Una squadra si è recata a Cuglieri, dove il fuoco ha investito, ad una prima verifica in modo non grave, l’istituto sede dell’ex Liceo Scientifico, un locale di proprietà della Provincia. Nei prossimi giorni gli uffici della Provincia saranno impegnati nel monitoraggio dello stato del territorio, in particolare per ciò che è di competenza dell’ente, come ad esempio le zone autogestite di caccia che saranno certamente interdette per i prossimi anni.
“Vicinanza alle popolazioni e tristezza nel cuore. Come Vescovi della Sardegna proviamo un senso di sgomento infinito nel vedere ancora una volta, a causa degli incendi, la nostra gente soffrire e il nostro territorio bruciare. Particolarmente le popolazioni del Montiferru, della Planargia e dell’Oristanese, ma anche quelle dell’Ogliastra e del Sassarese si ritrovano duramente colpite dalla furia degli incendi. Il nostro è un grido di dolore e di solidarietà per coloro che hanno visto devastate le loro aziende, gli allevamenti e i prodotti, mentre verifichiamo – con loro e con tutti i sardi – a quale affronto è sottoposta una natura bella e incontaminata, mai troppo apprezzata e né talvolta difesa. Mentre auspichiamo che vengano accertate eventuali responsabilità, scopriamo anche stavolta quando sia minacciato un incontro pacificato tra l’uomo e l’ambiente e quanto sia decisiva una formazione che, grazie al rispetto della creazione, permetta di custodire il mondo che ci circonda come un giardino, secondo il progetto del Dio creatore. Nel condividere con i Vescovi dei territori colpiti la preoccupazione per quanto sta accadendo, ringraziamo tutti coloro che si stanno adoperando per aiutare le popolazioni colpite: forze dell’ordine e dell’antincendio, forestali e volontari. E incoraggiamo le forze politiche ad affrontare l’emergenza con misure adeguate, scegliendo anche norme legislative che agevolino la prevenzione e scoraggino eventuali attentatori”. (I Vescovi della Sardegna).
“Migliaia di sfollati e oltre ventimila ettari di territorio sono andati perduti nell’incendio che ha devastato il Montiferru, colpendo gravemente le comunità di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Sennariolo e Scano di Montiferro” Inizia così un comunicato della diocesi di Alghero-Bosa, che prosegue: “Tante le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni per mettersi in salvo dall’avanzare delle fiamme che, in alcuni casi, hanno completamente distrutto i sacrifici di tutta una vita. Stessa situazione per le aziende agricole e per gli allevamenti di bestiame, inceneriti dal fuoco. Da subito si è messa in moto la macchina degli aiuti volontari che ha contribuito, nell’emergenza, ad offrire sicurezza soprattutto alle persone che si trovavano in situazione di estrema necessità. L’intera Diocesi di Alghero-Bosa, addolorata per quanto accaduto, intende offrire un mezzo per poter aiutare quanti in questo momento stanno soffrendo, predisponendo un apposito “Fondo” per raccogliere le offerte da destinare alla causa. Il fondo, denominato “Emergenza Incendio Montiferru”, partirà con un contributo di 50 mila euro della Diocesi, predisposto dal Vescovo Mauro Maria Morfino. Le coordinate bancarie per devolvere le proprie donazioni sono le seguenti: IBAN IT 57 D 01015 84890 000070770491 “.
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