Coronavirus: in Sardegna scendono i contagi (1.594) ma aumentano i morti (11).
Contagi in calo in Sardegna, anche se nelle ultime 24 ore si registrano altri 11 morti. I nuovi casi sono oggi 1.594 (419 in meno rispetto a ieri), di cui 1.226 da antigenico.
Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 11.343 tamponi, con il tasso di positività che è sceso dal 17% al 14%.
I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 21 (uno meno di ieri, ), quelli in area medica 333 (2 in più rispetto a ieri), mentre le persone in isolamento domiciliare sono 30.309 (150 in più nelle ultime 24 ore).
Come detto, si registrano anche 11 decessi: donne di 70, 77 e 99 anni, e tre uomini di 78, 90 e 94 anni, residenti in provincia di Sassari; una donna di 77 anni, residente nella provincia del Sud Sardegna; un uomo di 88 anni in provincia di Oristano; due donne di 76 e 88 anni, residenti nella Città Metropolitana di Cagliari; e un residente nella provincia di Nuoro.
Dei 1.594 casi odierni, 172 sono riferiti alla provincia di Oristano, 469 alla provincia di Sassari, 501 all’Area Metropolitana di Cagliari, 219 alla provincia di Nuoro, e 233 al Sud Sardegna.
A Oristano si sono registrati 32 nuovi casi di positività e 40 guarigioni.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria i casi rilevati in città sono 5.867, i pazienti guariti 5.282, i casi attualmente positivi 540, e i decessi 40.
La giunta comunale di Oristano, su proposta dell’assessore alle Attività produttive e al commercio, Marcella Sotgiu, ha deliberato la proroga al 30 giugno dell’occupazione del suolo pubblico con dehors, pedane, tavolini e ombrelloni e altre strutture amovibili, funzionali all’attività dei pubblici esercizi e delle attività artigianali alimentari, come pasticcerie, gelaterie, pizzerie d’asporto, gastronomie e similari. Le stesse attività sono esentate dal pagamento del canone per l’occupazione del suolo pubblico per il periodo dal 1° aprile al 30 giugno. “La misura interviene per favorire l’utilizzo del suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi e delle attività artigianali alimentari, e per sostenere la ripresa delle attività economiche – ha precisato il sindaco Andrea Lutzu -. Negli ultimi due anni l’emergenza sanitaria ha determinato l’introduzione di norme sempre più restrittive alla circolazione delle persone e allo svolgimento delle attività commerciali e produttive, volte a contenere il più possibile l’epidemia. Oggi, pur nell’allentamento delle misure anti Covid, sussiste ancora l’esigenza di adottare misure, anche di sostegno, organizzative e procedurali, a favore delle attività economiche in palese difficoltà, per la riduzione degli introiti derivante dalla disciplina normativa sul distanziamento sociale e sull’obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro, e per il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza per clientela e operatori”. “La delibera favorisce l’utilizzo del suolo pubblico per favorire le attività all’aperto, limitando il più possibile la chiusura delle strade – ha aggiunto l’assessore Marcella Sotgiu, che ricorda le motivazioni all’origine del primo permesso concesso nei mesi scorsi -. In questo modo, facendo salve le esigenze di sicurezza, offriamo agli esercenti la possibilità di assicurare al meglio il servizio al pubblico. Si tratta di un provvedimento in linea con una tendenza generale, per limitare le possibilità di diffusione del virus, incentivando le attività all’aperto. E, quindi, come prevenzione e riduzione del rischio da contagio da Covid 19, prima si favoriva e oggi si proroga la misura, su vie, piazze, strade e altri spazi aperti, per strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni”.
Il sindaco di Oristano ha firmato un’ordinanza che proroga fino al 9 aprile i termini per l’accensione degli impianti di riscaldamento. Il provvedimento si è reso necessario in considerazione dell’abbassamento delle temperature rispetto alla media stagionale e tenuto conto delle previsioni climatiche non favorevoli dei prossimi giorni, con possibili ripercussioni negative sulla salute, in particolare, delle fasce più deboli della cittadinanza. L’autorizzazione all’accensione degli impianti di riscaldamento, in deroga ai limiti stabiliti dalla normativa, è consentita fino ad un massimo di 10 ore giornaliere.
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