Alessandra Todde: “L’8 marzo giornata di lotta per i diritti di tutte le donne”.
“L’8 marzo è la giornata in cui noi donne ribadiamo l’importanza di lottare per i diritti di tutte noi”. Così si è espressa Alessandra Todde, prima donna presidente della Regione Sardegna.
“L’8 marzo ricordiamo quanto la parità sia lontana – ha aggiunto la neo presidente -, quanto i diritti non siano scontati, e quanto lavoro ci sia da fare per permettere a tutte le ragazze di realizzare i propri sogni e talenti”.
Sulla corsa che l’ha portata al traguardo, Todde ha precisato che “…in Sardegna il cambiamento è arrivato grazie alle donne. E alle donne voglio dedicare il mio impegno e la mia attenzione”.
Da parte della presidente, che ha già fatto sapere di volere una giunta al 50% femminile, il ringraziamento “…alle tante donne che hanno scelto di candidarsi mettendoci la faccia, e grazie a tutte quelle che hanno lavorato senza sosta per condividere il nostro progetto.
E un grande grazie – ha concluso Alessandra Todde – a tutte le donne che con il loro voto hanno reso possibile a una donna, una di loro, di poter diventare la prima presidente della Regione Sardegna”.
Non c’è ancora l’ufficialità della proclamazione, attesa nei prossimi giorni, ma per la prima volta alla guida della Regione Sardegna ci sarà una donna, Alessandra Todde. Anche stavolta, però, il voto non ha premiato le consigliere che al momento si fermano a 9 su 60 (il 15%) con l’assemblea sarda che sarà, dunque, ancora marcatamente maschile. E’ quanto ricordano, in occasione dell’8 marzo, “Giornata internazionale della donna”, le principali associazioni che si occupano della parità di genere.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’elezione della prima presidente della Regione sarda, dopo 75 anni di storia autonomistica e di governi regionali guidati da uomini. Questo 8 marzo passerà alla storia per questa svolta epocale – sottolinea Carmina Conte, presidente di Coordinamento 3 -. Tuttavia esprimiamo preoccupazione e sconcerto per l’esigua rappresentanza di consigliere, che fa segnare addirittura un passo indietro sulla via per la parità rispetto alla precedente legislatura, che registrava circa il 18 per cento contro il 15 per cento di oggi. Di questo passo – denuncia Conte – ci vorranno 200 anni per scrivere nuove pagine nel segno della democrazia paritaria. Torneremo alla carica con le nostre proposte di riforma della legge elettorale regionale a supporto della doppia preferenza di genere, anche in base alle esperienze europee, che evidentemente in Sardegna non ha espresso tutte le sue potenzialità, come invece è accaduto in altre regioni e nelle amministrative, anche, riteniamo, per un utilizzo non adeguato”.
Un risultato, quello uscito dalle urne, che impone una riflessione. “Mi aspettavo un esito più incoraggiante, ma il processo verso un equilibrio tra donne e uomini nella composizione del consiglio regionale è lentissimo – conferma Maria Laura Orrù, eletta nel “campo Largo” del centrosinistra con Alleanza Verdi e Sinistra -. Occorre un lavoro nei territori, perché i numeri esigui sono frutto di una cultura ancora improntata al maschile e il punto di vista femminile è irrinunciabile in una società democratica”.
Diametralmente opposto è il parere di Alberto Urpi, sindaco di Sanluri, entrato in consiglio con Sardegna al Centro 20Venti (centrodestra). “Le condizioni per una democrazia paritaria – spiega Urpi – sono rispettate da una serie di leggi, quella sulla doppia preferenza di genere, sul 50% di donne garantito nelle liste elettorali, sulla composizione della giunta. Non può esserci anche una legge che garantisce l’elezione solo per il fatto di essere una donna o un uomo. Contano i numeri in democrazia, e la legge attuale garantisce la parità di genere facendo gareggiare uomini e donne alla pari”.
Cosa ci insegnano queste ultime elezioni? “Che le norme da sole non bastano – risponde l’avvocato e docente di Diritto costituzionale, Andrea Deffenu -. Anche per le più avanzate, perché risultino essere efficaci, occorre una consapevolezza culturale da parte delle forze politiche e dei cittadini. La doppia preferenza di genere è una soluzione soft, un incentivo, che lascia liberi cittadini e cittadine di scegliere, non è strutturata in modo tale da prefigurare un risultato a favore delle donne”. Secondo l’esperto, la legge va quindi “…rafforzata con misure di sostegno che consentano non soltanto la conciliazione vita-lavoro, quindi un sistema di welfare attrezzato, ma anche vita-politica, per trovare le soluzioni che consentano un’equa rappresentanza di genere nei luoghi del potere, dove si prendono le decisioni che interessano tutte e tutti, donne e uomini della Sardegna”.
Perché la “Giornata internazionale della donna” si celebra l’8 marzo?
In realtà la ragione non è così chiara e sembra legata più alla leggenda che alla storia. Per lungo tempo, infatti, si è detto che in quel giorno, nel 1908 o 1910, in un incendio in una fabbrica di New York fossero morte molte operaie, ma di questo evento non vi è traccia storica. Un fatto drammatico risale, invece, al 25 marzo 1911, negli stabilimenti della Triangle Shirtwaist Factory di New York, che prese fuoco mentre più di cento lavoratrici, soprattutto immigrate, vi erano state rinchiuse per impedirne uno sciopero.
Un po’ di storia sull’8 marzo.
In America un “Woman’s day” esisteva già dal 1909, in data diversa, e in Europa proposte di dedicare una giornata alle donne cominciarono a farsi largo dal 1910, sempre in ambienti socialisti.
La prima grande manifestazione di donne avvenuta l’8 marzo risale al 1914, in Germania, per la rivendicazione del diritto al voto; un’altra risale al 1917, organizzata dalle operaie di Pietroburgo per chiedere il ritorno degli uomini dalla guerra e pane. Le donne italiane comuniste introdussero la “Giornata dell’8 marzo” nel 1921, ma nel ventennio fu bandita; poi ripristinata nelle zone liberate già nel 1945. Nel 1946 assunse carattere nazionale e in Italia si adottò la mimosa a simboleggiarlo. Negli anni Cinquanta l’8 marzo fu osteggiato e anche la distribuzione delle mimose veniva considerata un gesto eversivo.
L’8 marzo esplose negli anni Settanta. Le battaglie principali furono per la parità salariale, il divorzio (ottenuto proprio nel 1970), la riforma generale del diritto di famiglia (1974), la legalizzazione dell’aborto (1978), la libertà sessuale. Irruppe il movimento femminista. La parola féminisme fu coniata dal francese Charles Fourier che, nel 1837, affermò che i matrimoni borghesi erano uno strumento di oppressione.
L’8 marzo 1972 un gruppo di manifestanti a Campo de’ Fiori, a Roma, venne caricato dalla polizia. Fu solo nel 1977 che arrivò il riconoscimento formale dell’Onu, con l’istituzione della “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”. Negli anni Ottanta, in Italia, fino al 1996, lo stupro era considerato reato contro la morale e non contro la persona. Era, quindi, la violenza sessuale uno dei temi più sentiti durante le giornate di lotta. Successivamente il senso sociale e simbolico di questa data sembrò affievolirsi, divenendo più festa, a volte con risvolti commerciali.
In anni più recenti il movimento “Non una di meno”, nato in Argentina, ha restituito forza simbolica a questa data: nel 2017 è stato proclamato, per la prima volta, uno sciopero globale e manifestazioni contro la violenza di genere, il machismo e le diseguaglianze, che ancora sono vive nella società e, in modo differente, in tutto il mondo. (Ansa dall’Enciclopedia Treccani e dal sito “Non una di meno”).
Il Comune di Oristano avvia il percorso partecipato che porterà all’adozione del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Sul sito internet istituzionale del Comune di Oristano è a disposizione di tutti i cittadini un questionario che sarà impiegato per raccogliere le segnalazioni e le valutazioni utili alla definizione del piano. “La consultazione dei cittadini è fondamentale per la pianificazione di uno strumento capace di tenere conto delle reali esigenze della città – ha spiegato il sindaco Massimiliano Sanna -. Da qui la decisione di istituire una sezione apposita del sito istituzionale dedicata ai documenti del Pums e alla raccolta dei questionari”. “Puntiamo a interventi di immediata realizzazione, capaci di procurare benefici alla città in termini di abbattimento dell’inquinamento atmosferico e acustico, congestione stradale e incidenti – ha aggiunto l’assessore al Traffico Ivano Cuccu -. Su questo obiettivo l’amministrazione comunale lavora congiuntamente a Leganet, società incaricata della redazione del Pums, al fine di elaborare uno strumento di pianificazione strategica di medio-lungo periodo (10 anni) che sviluppi una visione di sistema della mobilità urbana”. Il Piano è fondamentale per il raggiungimento di obiettivi raggruppabili in quattro macro-aree: Efficacia ed efficienza del sistema di mobilità, Sostenibilità energetica ed ambientale, Sicurezza della mobilità stradale, e Sostenibilità socio-economica. “Vogliamo mettere i cittadini al centro del progetto – hanno sottolineato il sindaco Sanna e l’assessore Cuccu -. In quest’ottica, avviamo un percorso di analisi del sistema della mobilità delle persone e delle merci sul territorio comunale. Rispondendo a un questionario dedicato, tramite poche e semplici domande (sono sufficienti pochi minuti), ogni cittadino ha l’occasione per indirizzare l’amministrazione verso strategie e azioni atte a migliorare la mobilità delle persone, la qualità della vita e dell’ambiente”. Per facilitare il compito dei cittadini e favorire la raccolta delle informazioni tramite il questionario, sul sito istituzionale del Comune è possibile approfondire la tematica della mobilità sostenibile, conoscere le linee strategiche e approfondire le azioni da attuare, ma anche avere i riferimenti sull’iter che accompagna la redazione e l’approvazione del Piano urbano della mobilità sostenibile.
Il Comune di Oristano ha pubblicato l’avviso di selezione comparativa per la formazione di una graduatoria finalizzata al conferimento di incarico professionale triennale di direttore scientifico del Centro internazionale per la ricerca sulle Civiltà Egee (Circe). L’assessore alla Cultura, Luca Faedda, ricorda che “…il Centro internazionale universitario interistituzionale per la ricerca sulle civiltà egee è stato istituito con deliberazione del Consiglio del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari, nel 2018. Svolge attività di ricerca archeologica ed epigrafica sulle scritture egee con Grecia e Cipro, ma anche ricerche linguistiche e storiche, collabora con gli studenti della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici di Università e con studenti, ricercatori e docenti dei Centri di ricerca Italiani e stranieri. Il direttore scientifico dovrà svolgere le seguenti funzioni: referente scientifico e responsabile della conservazione, della sicurezza, della gestione e della valorizzazione dei Beni del Centro di Civiltà Egee, collaborerà con il Comune di Oristano e con l’Università degli Studi di Cagliari e Sassari alla definizione delle finalità e dei programmi del Centro, realizzerà attività di ricerca e piani di inventariazione, catalogazione e ricerca del patrimonio librario e archivistico, curerà mostre, seminari e attività promozionali e dovrà interagire con organismi scientifici locali, nazionali e internazionali. Nell’ambito della propria autonomia professionale e della sua responsabilità di fronte all’Amministrazione comunale per le scelte di natura tecnico-scientifica, dovrà espletare le proprie attività coordinandosi oltre che con il Comune anche con la Fondazione Oristano e con l’Antiquarium Arborense”. Per partecipare alla selezione, oltre ai requisiti di carattere generale (specificati nel bando pubblicato sul sito istituzionale www.comune.oristano.it), occorre essere in possesso di laurea magistrale o equipollente laurea specialistica, della facoltà di Lettere e Filosofia indirizzo classico, orientamento archeologico, dottorato di ricerca in Civiltà Egee conseguito in Italia o in una Università straniera. La domanda, sottoscritta e redatta in carta semplice secondo lo schema del modello A pubblicato sul sito istituzionale www.comune.oristano.it, deve pervenire entro le ore 13 di martedì 26.03.2024, all’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) istituzionale@pec.comune.oristano.it.
Questo pomeriggio, sulla strada statale 131, all’altezza del bivio per Marrubiu, un furgone è “volato” fuori strada e due persone sono rimaste ferite. Per cause ancora da accertare, il furgone, con due persone a bordo, ha sbandato, all’altezza del chilometro 72, e dopo aver abbattuto il guardrail è uscito fuori strada, finendo nella vegetazione a ridosso della complanare. Il 118 e i Vigili del fuoco hanno soccorso le due persone, che sono state poi trasferite all’ospedale San Martino di Oristano per accertamenti. Gli agenti della Polizia stradale di Oristano hanno eseguito i rilievi di legge e regolato il traffico lungo la 131. (Elia Sanna, Web news Sardegna -Telegram).
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