Giu 20

Approvata dal consiglio comunale una mozione sul futuro del mercato civico di via Mazzini.

“Il Consiglio comunale di Oristano, nel ribadire la centralità e strategicità della struttura mercatale di via Mazzini e al netto delle formali comunicazioni di enti terzi, intende affrontare il tema in maniera unitaria e condivisa, avviando da subito e in via preliminare una profonda riflessione sul futuro del mercato”.

Con questo impegno, ieri sera, il consiglio comunale di Oristano (riunito nella sala consiliare della Provincia per l’indisponibilità della sala degli Evangelisti a palazzo degli Scolopi) ha approvato a larga maggioranza (22 voti a favore, unico astenuto Sergio Locci) la mozione presentata dai consiglieri della minoranza di centrosinistra sul mercato civico di via Mazzini-Mariano IV.

La mozione è stata presentata in aula da Maria Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna), che ha ricordato la lunga storia del progetto di riqualificazione del mercato civico, evidenziando come negli ultimi 10 anni si siano succedute “…gare d’appalto, ricorsi, finanziamenti, fondi sospesi, riprogettazione, decisioni sospese, interventi della magistratura e della Corte dei Conti. A distanza ormai di più di otto anni da quando si decise di chiudere la struttura di via Mazzini e di trasferire gli operatori commerciali, nulla è cambiato. Anzi le cose sono peggiorate. E del destino di quello che fu un punto di ritrovo importante per gli oristanesi: un centro economico e vitale della città con i box del pesce, macelleria, ortofrutta, non rimane che uno scheletro e nulla più. Il destino per gli operatori quello di un inesorabile declino. Eppure, il Comune di Oristano sborsa per l’affitto, cifre considerevoli che superano i 70 mila euro l’anno. Nei mesi scorsi l’amministrazione aveva anche annunciato la decisione di trasferire gli operatori di via Cimarosa nel mercato di via Costa, con l’obiettivo di ridurre le spese e venire incontro anche agli operatori del secondo mercato cittadino, anche quello ormai fatiscente e in stato di totale abbandono.

Chiediamo decisioni sui due mercati comunali – ha proseguito Obinu -. E soprattutto di indicare in maniera chiara cosa si intenda fare per il futuro della struttura di via Mazzini, quale sarà il progetto definitivo, quali gli obiettivi per rilanciare la struttura e il centro storico e commerciale della città e quali i tempi di realizzazione”.

“C’è uno spirito costruttivo da parte nostra – ha detto Efisio Sanna (Oristano più) -. Purtroppo il tempo passa e aumenta la preoccupazione. Sul mercato non dobbiamo dividerci, ma lavorare sodo da subito perché gli anni passano e non abbiamo ancora trovato una soluzione. L’idea di mercato per come era stata posta anni fa oggi è superata. Va rivista l’idea di mercato, va rivisto come spazio aperto. Ragioniamo insieme su cosa fare, come reperire le risorse, sulla strategicità della struttura”.

Per Antonio Iatalese (Udc) “siamo di fronte a un problema complesso, come dimostrano anche le vicende giudiziarie. Due sono gli aspetti di cui dobbiamo tenere conto: la ristrutturazione e la gestione dell’immobile. Mentre attendiamo dalla Regione la conferma dei finanziamenti, abbiamo consultato la Corte dei Conti per capire se si può procedere con un nuovo progetto adeguato alle esigenze attuali che superi i due progetti già approvati. Ma prima di tutto dobbiamo capire che tipo di mercato vogliamo”.

“L’attuale progetto di mercato è anacronistico, appartiene a un’altra era – ha rimarcato Gian Michele Guiso (Psd’Az) -. Dobbiamo capire che tipo di servizio vogliamo, considerando che quella struttura è un punto di collegamento importantissimo tra due strade importanti come via Figoli e via Mazzini”.

Fulvio Deriu (FdI): “È assolutamente necessario che il mercato non rimanga una incompiuta. Penso a un centro multiculturale, aggregativo, luogo di incontro e di consumo. Capiamo però su quali risorse possiamo contare prima di decidere in quale direzione procedere”.

Sergio Locci (Aristanis): “Nel corso degli anni quella visione è cambiata e deve cambiare anche oggi. Se ogni amministrazione che si è succeduta non avesse variato la visione sul mercato forse oggi avremmo avuto il mercato. Dobbiamo evitare di scrivere un’altra pagina di una ulteriore incompiuta”.

Umberto Marcoli (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “È doveroso avere una idea sul futuro del mercato. Il mercato deve avere una funzione di aggregazione”.

Giuliano Uras (Oristano al centro) ha ricordato che “…il mercato nacque con l’idea di una piazza coperta, un concetto in parte superato e in parte valido. Oggi non ha più senso avere due mercati. Ma se siamo convinti di questo abbiamo il coraggio e la forza politica di andare avanti su questa direzione?”

Per Francesco Federico occorre lavorare sulle soluzioni progettuali: “Sicuramente non vogliamo un nuovo centro commerciale. Io lancio l’idea di un’area che ospiti il mercato e il teatro civico”.

Gianfranco Licheri (Forza Italia) ha ricordato la strategia su cui si erano fondate le scelte della giunta Lutzu che aveva immaginato un progetto inserito in un contesto più ampio che abbracciava piazza Roma, piazza Pintus e piazza Mariano.

Giuseppe Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna) ha lanciato l’idea di un mercato scoperto, alberato, una piazza sempre aperta e a disposizione dei cittadini.

La chiusura del dibattito al sindaco Massimiliano Sanna e all’assessore ai Lavori pubblici Simone Prevete, secondo cui non si può prescindere dalla vicenda giudiziaria e dal progetto esecutivo approvato.

“Da questa sala è emersa la necessità di dare priorità al progetto del mercato – ha detto il sindaco -. Però dobbiamo farlo in maniera intelligente. Se per tanti anni c’è stata una condizione che ha portato alla situazione attuale, è evidente che ci sono dei problemi che vanno affrontati. Tutti vogliamo un mercato moderno, un luogo di incontro, ma dobbiamo tenere conto di tutte le problematiche che esistono. Prima di tutto è fondamentale avere certezza dei fondi della Regione. Ci sono stati assegnati 2 milioni e mezzo, ma a oggi non abbiamo certezze. Oggi abbiamo certezza solo di 800 mila euro che avanzano dai fondi del vecchio progetto”.

Nella seduta di ieri il Consiglio comunale ha esaminato anche alcune interpellanze e interrogazioni.

Maria Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna) ha illustrato l’interpellanza sul porticciolo di Torre Grande, evidenziando come non si abbia conoscenza del progetto esecutivo definitivo, e che, nonostante l’avvio dei lavori sia previsto per il 1° ottobre, sul tavolo dell’amministrazione nulla è arrivato. Per Maria Obinu “…all’interno di una visione di sviluppo generale di Torre Grande, il progetto presentato e con il cantiere di prossima apertura, non si dà una soluzione ai problemi della marina e del porticciolo. Quella struttura da anni ha rivelato tutte le sue criticità, i posti barca sono largamente insufficienti e non bastano a coprire le richieste dei diportisti locali, pochi gli spazi destinati al transito, spazi necessari soprattutto se si punta a collocare Torre Grande in un circuito regionale del diportismo turistico. Per questo sarebbe necessario pensare a un collegamento reale con la marina di Torre Grande e di conseguenza con la città. Chiediamo che l’amministrazione si impegni a mantenere alta l’attenzione e si reperiscano i 15 milioni di euro necessari per il dragaggio e il completamento delle opere”.

L’assessore agli Organismi partecipati, Luca Faedda, ha risposto precisando in primo luogo il ruolo del Comune che è stazione appaltante per l’esecuzione dei lavori, per i quali si è in attesa del progetto esecutivo: “Il porto turistico di Torre Grande è uno di quelli che ha la maggiore capienza, i lavori sono stati programmati salvaguardano i posti barca. Si tratta, quindi, solo di una organizzazione interna. Il progetto prevede un secondo step con l’ampliamento e il dragaggio del porticciolo, per cui occorrono però più di 19 milioni di euro”. Sui collegamenti tra il porticciolo e il centro abitato di Torre Grande, Faedda ha ricordato che è attivo un servizio navetta.

L’assessore ai Lavori pubblici, Simone Prevete, ha risposto all’interrogazione dei consiglieri Marcoli, M.Obinu, G.Obinu, Sanna, Della Volpe, Marchi, Daga e Federico sullo stato dei lavori in piazza Mariano.

L’interrogazione chiedeva di illustrare le problematiche che hanno indotto l’impresa a chiedere una proroga di 90 giorni, di spiegare le problematiche riscontrate dall’impresa nell’esecuzione dei lavori, di chiarire il motivo per cui non si è colto il suggerimento di mantenere la viabilità in essere, di illustrare come si intende procedere nel caso in cui si presentassero ulteriori problematiche urbanistiche. Si chiedeva, inoltre, di specificare quali misure siano state adottate o si intende adottare per evitare ulteriori ritardi e garantire il rispetto delle scadenze, di dettagliare come migliorare la comunicazione sullo stato di avanzamento dei lavori e le eventuali modifiche al progetto, di fornire una valutazione dell’impatto economico e sociale derivanti dai ritardi nei lavori e infine di descrivere i piani di monitoraggio e controllo messi in atto.

“La proroga di 90 giorni richiesta dall’impresa trova giustificazione nella consegna parziale del cantiere, al fine di ridurre i tempi di disagio per tutti i cittadini – ha risposto l’assessore Prevete -. Una consegna totale dell’aria di cantiere, se da un lato avrebbe reso i lavori di riqualificazione più celeri, per converso avrebbe creato evidenti disagi, paralizzando la viabilità di una zona ad alta intensità di residenti sulla quale insistono diverse attività commerciali. È pur vero, che nonostante il cantiere sia stato consegnato all’impresa il 19 febbraio, i lavori di riqualificazione della piazza Mariano sono iniziati materialmente solo il 10 di aprile. Le problematiche riscontrate durante l’esecuzione dei lavori nel lato destro della piazza sono riconducibili esclusivamente alla posa errata della fibra ottica, avvenuta in modo troppo superficiale, oltreché dalla presenza di sottoservizi, che si presumevano aggiornati tanto per la parte idraulica che per quella fognaria, che tali non erano. Sono stati rinvenuti allacci vecchi, putrefatti, che evidenziavano perdite che ne hanno reso necessaria la sostituzione. Questa attività, non prevista e non prevedibile, ha comportato l’interruzione dei lavori per 20 giorni. Nei prossimi giorni si procederà a rinterrare i nuovi allacci e le nuove linee ed a realizzare la soletta per rendere carrabile anche quel lato della piazza. Conclusa questa attività verrà riconsegnata l’area che consentirà il ripristino della viabilità pedonale ed i lavori si sposteranno sulla piazza vera e propria. La decisione di non mantenere la viabilità in essere, come più volte detto dall’assessore Cuccu, trova genesi nel Pums, approvato dal consiglio comunale, che prevede per quell’aria una modifica radicale a vantaggio della mobilità lenta.
L’interruzione dei lavori è stata causata da circostanze imprevedibili, che in alcun modo potevano essere conosciute dall’amministrazione, dai progettisti e tanto meno dall’impresa – ha detto l’assessore -. La sopravvenienza di ulteriori problematiche urbanistiche non prevedibili allo stato attuale, comporterebbe esclusivamente, ma pare scontato, un ritardo nella conclusione dei lavori. Allo stesso modo, alla luce dell’operato scrupoloso dell’azienda, non pare semplice ipotizzare contromisure adottare per eventuali “futuri imprevisti”.

Senza paura di essere smentiti, si può affermare che le lavorazioni sinora eseguite sono state ossequiose degli standard richiesti e soprattutto della normativa vigente. Infine, relativamente “all’impatto economico e sociale che i ritardi dei lavori di riqualificazione di piazza Mariano possono avere sulla comunità locale”, al fine di ridurre i disagi per i cittadini, a discapito della celerità, si è deciso di fare una consegna parziale dell’area di cantiere all’impresa. Concluso il primo cluster, lo si è riaperto al traffico veicolare per poi dare l’inizio ai lavori sul lato opposto, dove si è garantito un camminamento alle attività esistenti. Conclusa l’attività di pavimentazione del lato destro della piazza, lo stesso verrà riaperto alla circolazione pedonale e solo allora, per tratti non superiori ai 10 metri, si procederà alla demolizione dei marciapiedi ancora esistenti che verranno prontamente ripristinati. Credo che questi accorgimenti, consentano di ridurre ai minimi termini l’impatto economico e sociale che i lavori di riqualificazione della piazza mariano stanno creando”.

Marcoli ha replicato rimarcando la mancanza della comunicazione con i cittadini e auspicando che al termine dei 90 giorni di proroga i lavori siano conclusi.

L’ultimo argomento affrontato è stato il regolamento sulla disciplina delle riprese audio-video delle sedute del consiglio comunale. Il sindaco Massimiliano Sanna e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Puddu lo hanno illustrato, spiegandone i contenuti e le finalità.

“Si tratta di disciplinare le riprese audio-video, tenendo conto delle norme in materia di pubblicità, comunicazione e trasparenza, ma anche del trattamento dei dati personali”, ha detto il sindaco Sanna.

“È un passo significativo e obbligatorio, le dirette streaming sono assicurate dal 2012 e danno un grande contributo alla trasparenza e alla comunicazione, ma da allora questo servizio non è stato regolamentato soprattutto in tema di privacy – ha sottolineato il presidente Puddu -. Occorre bilanciare le esigenze della trasparenza con quelle della privacy e il regolamento interviene su questi aspetti”.

Il consiglio comunale di Oristano è stato convocato per giovedì 20 e giovedì 27 giugno, alle 17, presso la sala consiliare della Provincia, in via Senatore Carboni, a Oristano, per la discussione del seguente ordine del giorno: 1) Regolamento sulla disciplina delle riprese audio-video delle sedute del consiglio comunale (Prop. n. 31 del 20/05/2024) (solo dichiarazioni di voto e votazione); 2) Ratifica deliberazione della giunta comunale n. 67 del 22 aprile, avente ad oggetto: “Variazione urgente con i poteri del Consiglio al bilancio di previsione 2024/2026, ai sensi dell’art. 175, comma 4, d.lgs. 267/2000” (Prop. n. 27 del 23/04/2024); 3) Istituto Storico Arborense (Istar) – Approvazione bilancio di previsione 2024/2026 (Proposta n. 13 del 20/03/2024); 4) Istituzione Comunale Scuola Civica di Musica – Approvazione bilancio di previsione 2024/2026 – (Proposta n. 21 del 08/04/2024); 5) Ratifica deliberazione della giunta n. 85 del 21 maggio, avente ad oggetto: Variazione urgente con i poteri del consiglio al bilancio di previsione 2024/2026, ai sensi dell’art. 175, comma 4, d.lgs 267/2000. (Proposta n. 34 del 27/05/2024); 6) Approvazione piano economico finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti secondo periodo regolatorio – biennio 2024/2025. Redatto ai sensi del metodo tariffario rifiuti (mtr-2) di Arera (Proposta n. 26 del 19.04.2024); 7) Approvazione Tariffe Tarip – anno 2024 (Prop. n. 38 del 12.06.2024). Il presidente del consiglio comunale comunica, inoltre, che l’ordine del giorno del consiglio comunale, già convocato per il 20 e 27 giugno, deve intendersi integrato con i seguenti argomenti: 8) Interpellanza urgente M.Obinu, Marcoli, G.Obinu, Sanna, Federico, Della Volpe: “Situazione del verde nella zona compresa tra via Ancona e via Olbia”; 9) Interrogazione Consiglieri, M.Obinu, G.Obinu, Marcoli, Della Volpe: “Stato di aggiornamento e consultazione del canale informa imprese sul sito del Comune di Oristano”; 10) Integrazione del regolamento Tari puntuale con l’introduzione dell’agevolazione per disagi da cantieri di opere pubbliche (Prop. n. 39 del 12.06.2024).

ll disegno di legge 15 (la cosiddetta “moratoria”) della giunta regionale che vorrebbe sospendere la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili per 18 mesi su tutto il territorio sardo (esponendosi, di fatto, a una miriade di ricorsi, vista la sua sconcertante fragilità. ndr), comincerà l’esame nell’aula del consiglio regionale nella seduta di mercoledì 26 giugno: il testo è stato approvato questa sera dai consiglieri della quarta e quinta commissione, riunite in seduta congiunta, a maggioranza e con l’astensione dell’opposizione. Le commissioni hanno votato la norma dopo aver incassato il parere obbligatorio del Consiglio delle autonomie locali. Un parere positivo non senza perplessità e preoccupazioni evidenziate nel documento dell’ente guidato da Maria Paola Secci. “La materia, particolarmente complessa e sentita dai territori, ha comportato un lungo dibattito interno al Consiglio – si legge nella nota che accompagna il documento del Cal – per la moltitudine di interessi coinvolti, il numero di attori istituzionali e non, per il groviglio di norme costituzionali e ordinarie che delineano un quadro gravoso per la Regione. La sovrabbondanza di produzione da fonti rinnovabili dettata dall’Unione Europea – scrivono i rappresentanti del Cal – e dalla disciplina statale di attuazione si sta abbattendo sul nostro territorio come una devastante tempesta perfetta e determina una clamorosa leva di diseguaglianza proprio nei confronti delle regioni più deboli e marginali”. Nel merito del testo, il Consiglio delle autonomie locali sottopone al consiglio regionale la proposta di “…estendere il più rapidamente possibile il regime vincolistico alle aree interne, allo stato attuale esposte alla famelica espropriazione di operatori economici e finanziari internazionali, alle mire speculative di soggetti od organizzazioni, privi di qualsiasi scrupolo e trasparenza”. Il Cal invita, infine, “…ogni singolo attore regionale, a non chiamarsi fuori e a seguire ogni percorso disponibile, diretto o incidentale, compresa la via giudiziaria, per riappropriarci del diritto di determinare il nostro destino, dell’utilizzo etico, equo e responsabile delle risorse rinnovabili, nell’interesse dei sardi e della comunità globale”.

Non tutti all’interno della maggioranza del “campo largo” (e non solo) sono soddisfatti di come sta procedendo (a tentoni) la presidente Alessandra Todde e la giunta regionale. Nel mirino le politiche sanitarie, la riforma della macchina amministrativa regionale, la transizione energetica e il contrasto alle speculazioni, i trasporti. Occorrerebbe un coordinamento politico permanente sulla difesa della Costituzione, per affrontare questi temi in maniera continuativa e supportare “…le tante difficoltà che la giunta regionale deve affrontare, anche a causa dei guasti determinati dal precedente governo”. E’ quanto hanno sostenuto i Progressisti e La Base, che hanno chiesto alla presidente Todde una riunione di maggioranza, con la partecipazione delle forze politiche, dei parlamentari, dei gruppi consiliari e di una qualificata rappresentanza degli amministratori locali democratici e progressisti. Una richiesta già avanzata e rimasta sospesa per i recenti impegni elettorali delle europee ed amministrative, scaturita dall’ultima riunione del coordinamento e dell’assemblea delle due forze politiche che compongono il “campo largo”. Per i Progressisti sulla sanità “…non appare ancora sufficiente il mutamento di rotta, il cambiamento nelle funzioni di responsabilità, nella necessaria valorizzazione e gratificazione del personale sanitario tutto, nella qualità dei servizi ai cittadini che coinvolgono tutte le Asl e gli ospedali”. Sulla riforma della Regione, invece, le due forze hanno sottolineato l’urgenza di superare “…la struttura della legge regionale 10 del 2021 (la cosiddetta legge sul maxi staff voluta dalla precedente giunta Solinas) e non può tardare la profonda rivisitazione della norma sull’assetto degli assessorati del 1977, oltre l’istituzione del comparto unico della pubblica amministrazione”. I due partiti hanno chiesto, quindi, alla governatrice di “…calendarizzare con urgenza la riunione di maggioranza, per rilanciare il dialogo interno alla coalizione regionale”.

Quattro giorni di incontri, laboratori, conferenze, visite guidate e spettacoli per immaginare “futuri desiderabili” in un mondo segnato da forti contraddizioni e sempre più inadeguato sotto il profilo sociale, economico e ambientale, a garantire al pianeta e alle nuove generazioni pace e giustizia sociale e ambientale. È ciò che si propone il festival “Desiderabili futuri. Senza disuguaglianze, per un mondo sostenibile”, che è stato presentato a palazzo Campus-Colonna dal sindaco di Oristano Massimiliano Sanna, dall’assessore alla Cultura Luca Faedda, dal presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori, da Francesco Asquer direttore generale del Consorzio Uno, e dal presidente del Forum Disuguaglianze e Diversità Andrea Morniroli. Il Festival è promosso a Oristano da Legacoop Sardegna, Forum Disuguaglianze e Diversità e Dromos, con la collaborazione di Legacoop Nazionale, ASviS, Cru Unipol e Consorzio Uno-Università di Oristano, e con il patrocinio del consiglio regionale della Sardegna e del Comune di Oristano, in programma nella città di Eleonora da mercoledì 26 a sabato 29 giugno. Un festival che mira a promuovere l’incontro e il confronto delle esperienze di “chi fa” con quelle di “chi studia”, per produrre idee che contribuiscano a risolvere problemi e indicare soluzioni, a partire da ciò che in alcuni luoghi si sta già realizzando. Un festival “cooperativo” perché vuole valorizzare la funzione economica e sociale delle imprese cooperative nella costruzione di uno sviluppo equo e sostenibile, inclusivo e partecipato, ma anche perché fa del cooperare tra soggetti e culture differenti il metodo e lo strumento per definire idee e iniziative di cambiamento possibile. Ogni giornata si concentrerà su un tema: il lavoro buono e dignitoso, sicuro, cooperativo; le politiche pubbliche sensibili ai luoghi; la transizione ecologica giusta; l’Europa, alla quale verrà dedicata la tavola rotonda finale. Quattro giorni di analisi e approfondimenti su questi temi, con un fondamentale punto di vista delle nuove generazioni e con la partecipazione e i contributi di rappresentanti di rilievo della cultura, delle istituzioni, dell’economia e del mondo cooperativistico: tra gli ospiti di primo piano Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità; Ilaria Portas, assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport; l’economista (ed ex ministro) Fabrizio Barca; Andrés Rodriguez-Pose, professore di geografia economica presso la London School of Economics; la senatrice Susanna Camusso; il politologo Piero Ignazi; il presidente nazionale di Legacoop, Simone Gamberini. Confronti, dibattiti, incontri, ma per i partecipanti anche tante occasioni per condividere momenti di piacevolezza e relazione: l’agenda del festival prevede, infatti, anche concerti e spettacoli (tra i protagonisti la cantante Noemi, lo scrittore e raccontastorie Stefano Massini, il cantautore Piero Marras) e poi visite guidate alla scoperta delle risorse naturali e culturali del territorio, e altri appuntamenti. Spazio anche per l’arte figurativa con lo street artist Manu Invisible, impegnato nella realizzazione di due opere sui temi del festival incentrate sui giovani: giovedì 27 negli spazi del Consorzio Uno-Università di Oristano, e nei due giorni successivi (il 28 e 29) al Centro Giovani in zona Sa Rodia. All’interno del programma anche la terza edizione della manifestazione “Power of Sport”, che vede l’attività sportiva paralimpica come strumento di inclusione: da venerdì 28 a domenica 30 giugno, nella borgata marina di Torre Grande, circa quattrocento atleti saranno impegnati in gare ufficiali di nuoto, tiro con l’arco, tennis-tavolo e altre attività ludico ricreative di contorno.

Inaugurata, a Cabras, la strada di accesso all’area archeologica di Tharros, a San Giovanni di Sinis. Il cantiere, durato tre giorni, dal 17 al 19 giugno, è stato preceduto da una serie di interventi partiti a marzo. Durante i lavori è stata rinvenuta anche la base dell’acquedotto romano che portava l’acqua alla città di Tharros. Sul versante della accessibilità già lo scorso anno il Comune aveva garantito la possibilità di raggiungere la spiaggia in sicurezza attraverso la realizzazione delle scalette in legno di discesa e risalita che oggi sono raccordate tra loro proprio dalla nuova strada. “Ci troviamo in uno dei luoghi più suggestivi del territorio di Cabras – ha detto il sindaco, Andrea Abis -; un’area abitata e vissuta da millenni, luogo di scambi culturali e di approdo per i popoli che solcavano il Mar Mediterraneo. Abbiamo il dovere di custodire questi luoghi, tutelarli e renderli sempre più sicuri e accoglienti. Oggi abbiamo fatto un grande passo avanti per il raggiungimento di questo obiettivo, garantendo la funzione della tutela ambientale, di riqualificazione paesaggistica e di accessibilità all’area archeologica, attraverso un camminamento che si presenta di qualità e che si adatta perfettamente al paesaggio circostante”. “La strada – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Enrico Giordano – è stata realizzato con asfalto ecologico a base vegetale. A garanzia della sicurezza dei pedoni la parte percorribile a piedi è stata separata da quella veicolare, attraverso un’aiuola con essenze della macchia mediterranea. L’intervento nel suo complesso prevede una spesa totale di quasi un milione di euro. In questi giorni si procederà con l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione pubblica che illuminerà la via pedonale. Da oggi si potrà riprendere con le visite all’area archeologica”.

A Oristano, per consentire il completamento dei lavori per la nuova pavimentazione stradale, da lunedì 24 giugno chiude al traffico veicolare il tratto di via Carmine all’intersezione con via Ciutadela de Menorca. Il traffico proveniente dalla via Crispi sarà veicolato verso la destra e non sarà possibile la svolta verso piazza Eleonora. Il traffico proveniente da piazza Martini non potrà proseguire verso via Carmine ma sarà indirizzato in uscita verso via Lamarmora. Si prevede una durata dei lavori di circa dieci giorni lavorativi.

Venerdì 21 giugno modifiche alla viabilità in occasione della manifestazione “Festa di inizio estate” 2024. Lo stabilisce un’ordinanza della Polizia locale di Oristano. Dalle 16 alle 21.30 è disposto il divieto transito e di sosta con rimozione forzata dei veicoli nella via Tirso, nel tratto compreso tra Via Sardegna e Piazza Roma; via Figoli, nel tratto compreso tra Via Giuseppe Verdi e Piazza Roma; via Mazzini, nel tratto compreso tra piazza Roma e piazza Mariano. L’ordinanza stabilisce anche l’obbligo di svolta a sinistra, in direzione via Tharros provenienti da via Diego Contini; l’obbligo di svolta a sinistra, in direzione via Puccini, per i veicoli provenienti da via Verdi; l’obbligo di svolta a destra, in direzione via Verdi, per tutti i veicoli provenienti da Vvia Figoli.

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