Ago 11

Olimpiadi: Italia medaglia d’oro nel volley femminile. Orro miglior palleggiatrice.

La nazionale femminile italiana di pallavolo riscrive la storia delle Olimpiadi con un’eccezionale medaglia d’oro: 3-0 agli Stati Uniti per la squadra allenata dal totem Julio Velasco che ha sfoderato l’ennesima prestazione superlativa nei Giochi di Parigi.

Il medagliere dell’Italia sorride con il podio numero 40, e il 37° giorno consecutivo con una medaglia: un risultato addirittura migliore di Tokyo visto che ci sono stati due ori in più.

Non c’è stata praticamente storia nella finale del torneo olimpico di pallavolo, con l’Italia che ha giocato un match in crescendo, annichilendo la nazionale statunitense incapace di trovare contromisure. 25-18, 25-20, 25-17, e per le azzurre che si sono rivelate semplicemente più forti in tutti i fondamentali. Impressionanti le nostre soprattutto a muro e in difesa: in alcuni frangenti sembrava impossibile per le avversarie trovare il pertugio dove inserire il pallone.

Super Paola Egonu nel primo set con 11 punti, 8 in attacco e tre a muro. L’azzurra chiude il primo set dominato con aggressività a muro e molto attente in difesa con un 25-18 in 25 minuti che non lascia scampo alle statunitensi. Nel secondo parziale gli Usa provano a schierare Jordan Larson per Plummer ma la musica non cambia e l’Italia allunga 7-5, poi le americane si rifanno sotto 8-7, ma Sylla e compagne non mollano la presa e si portano sul 20-16. Gli Usa provano ad accorciare senza successo. Italia con Antropova in campo va sul 24-20 e al primo set point chiude ancora la Egonu il secondo parziale 25-20, sempre in 25 minuti. Un altro set dominato dalle azzurre che non lasciano respirare le avversarie con un attacco con il 48% per l’Italia. Ad inizio terzo set le statunitensi cercano il tutto per tutto per recuperare una gara che sembra senza storia. Si va avanti testa a testa fino al 4-4, poi la squadra di Velasco prova l’allungo decisivo con Orro determinante, magia ad una mano per Sylla e poi ace su Plummer e con un muro di Danesi si arriva sul 9-6 per l’Italia che senza sbavature si porta sul 16-11. Gli Usa non ne hanno più, l’Italia si porta sul 24-17 e su un errore di Thompson scoppia la gioia. Insomma, una partita dominata dall’inizio alla fine, nel quale le azzurre sono state perfette dal primo all’ultimo scambio in ogni fondamentale. 11-0 nei muri, 7 ace, una continuità impressionante in attacco, in difesa e in ricezione, che porta le azzurre ad annichilire le statunitensi per tre set a zero.

Divario, dunque, notevole sul parquet, per una medaglia d’oro sacrosanta che premia l’eccellente percorso delle ragazze di Velasco dopo che mai la nazionale femminile era arrivata in semifinale, e che ora conquista, con pieno merito, il titolo olimpico in un torneo dominato completamente.

Solo applausi, quindi, per le pallavoliste italiane, con le avversarie che sono sembrate quasi rassegnate. E così mentre negli altoparlanti del palazzetto partivano le note dei Ricchi e Poveri, ecco la festa azzurra con tanti sorrisi e lacrime. Una gioia incontenibile per un gruppo che si è spinto oltre ogni rosea aspettativa. Basti pensare che finora questo gruppo si era spinto fino ai quarti delle Olimpiadi.

Una rivincita anche per Julio Velasco che conquista quell’oro sfumato in extremis alla guida della nazionale maschile ad Atlanta.

“Ancora ci dobbiamo rendere conto di quel che abbiamo fatto – ha detto Velasco -, abbiamo perso un solo set, un record in un’Olimpiade. Abbiamo sempre avuto grande fuoco e lucidità, la finale è stata la migliore partita. Sento orgoglio per questa squadra, per lo staff, anche il Coni ci ha messo nelle condizioni ideali, è una vittoria di tutto il movimento, anche dei piccoli club. La pallavolo femminile è per le ragazze quel che il calcio è per i ragazzi. Spero che l’oro dia una spinta, non ci sono abbastanza palestre per tutte le ragazze che vogliono giocare a pallavolo”.

Applausi per un coach capace di riassettare un gruppo che si era scoperto tutt’altro che solido dopo la gestione precedente, anche a causa delle inutili polemiche per il caso Egonu. Quella Egonu che ha chiuso la finale con 22 punti. Ma ora tutto è questo è il passato, perché per questo gruppo è solo il momento di festeggiare. (da sky e fanpage.it).

Festeggiamenti che sicuramente ci saranno anche in Sardegna, e a Oristano e Narbolia in particolare, per rendere il dovuto omaggio ad Alessia Orro, una grande tra le grandi di questa Olimpiade.

La nazionale italiana di pallavolo femminile di Julio Velasco è storia. Le azzurre battono 3-0 (25-18; 25-20; 25-17) gli Stati Uniti e vincono un’incredibile medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi. Dominio assoluto dell’Itavolley: un risultato netto che suggella un percorso incredibile delle ragazze. C’è un dato che rende ancora più emozionante questa impresa e che testimonia la forza del gruppo: la nazionale di Velasco ha perso un solo set in tutta la spedizione olimpica (contro la Repubblica Dominicana). Al termine della gara c’è spazio per i festeggiamenti, le lacrime e le dediche speciali. Come quella per Alice Degradi, schiacciatrice che si è infortunata al ginocchio a un soffio dall’esordio olimpico, proprio nell’ultima partita di preparazione. Prima dell’impresa azzurra a Parigi, la pallavolo femminile non aveva mai raggiunto una semifinale olimpica. Un percorso praticamente perfetto dopo la vittoria alla Volleyball Nations League 2024 e senza (almeno apparentemente) sentire la pressione. La squadra ha portato a casa un percorso netto: zero sconfitte sin dalla fase a gironi. Olanda, Turchia e Repubblica Domenicana cadono contro gli ace e le diagonali di Egonu e compagne. E nella fase ad eliminazione diretta la musica non cambia: Serbia, Turchia – ancora una volta – in semifinale e ora gli Stati Uniti nell’atto conclusivo. Durante l’intero torneo, l’Italvolley è stata la squadra da battere e nessuno ci è riuscito. Con la conquista della medaglia d’oro, l’Italia raggiunge quota 40 medaglie per la seconda edizione consecutiva (ma con due podi in più rispetto a Tokyo). Tre anni fa, erano stati proprio gli Stati Uniti a salire sul gradino più alto del podio. Certo arrivare all’impresa di Parigi non è stato semplice per le ragazze dell’Italia che entrano così di diritto nella storia dello sport italiano. Prima la sconfitta agli Europei del 2023, poi la mancata qualificazione proprio per Parigi 2024 al Torneo di Qualificazione Olimpica: le azzurre nell’estate 2023 hanno sofferto, e non poco. A pesare sono state soprattutto le scelte dell’ex ct Davide Mazzanti, che, dopo aver traghettato la nazionale dal 2017, ha lasciato, dopo i traguardi mancati, il posto a Velasco. Agli Europei, infatti, erano state lasciate fuori dal commissario tecnico marchigiano sia la libero Monica De Gennaro, sia la schiacciatrice Caterina Bosetti, entrambe escluse poi anche al Preolimpico per una voglia di ricambio generazionale (De Gennaro è classe ’87 e Bosetti ’94 ndr.), ma rivelatesi poi fondamentali per l’impresa di oggi e degli scorsi giorni alle Olimpiadi di Parigi. Senza dimenticare poi Paola Egonu, opposta che ha portato a casa ben 22 punti nell’ultimo medagliato match contro gli Stati Uniti e che, dopo una decisione concordata con Mazzanti, non aveva partecipato al torneo di qualificazione olimpica. Insomma, il reinserimento di alcune grandi escluse dalle competizioni precedenti si è rivelato fondamentale. Le azzurre, guidate questa volta da Julio Velasco, hanno strappato una delle ultime qualificazioni per le Olimpiadi 2024 il 17 giugno scorso, durante la Volleyball Nations League 2024, poi vinta.
Queste le tredici azzurre campionesse olimpiche: Alessia Orro – Palleggiatrice, Carlotta Cambi – Palleggiatrice, Caterina Bosetti – Schiacciatrice, Myriam Sylla – Schiacciatrice, Gaia Giovannini – Schiacciatrice, Loveth Omoruyi – Schiacciatrice, Anna Danesi – Centrale (capitana), Sarah Fahr – Centrale, Marina Lubian – Centrale, Paola Egonu – Opposto, Ekaterina Antropova – Opposto, Monica De Gennaro – Libero, Ilaria Spirito – Libero. (da ilfattoquotidiano.it).

Anni tormentati, fatti di andate e ritorni, a volte violenti. Perché come dicono i saggi in paradiso non ci si va in carrozza: e allora eccole le ragazze terribili della pallavolo azzurra, la faccia bella dell’Italia che sa fare squadra e vincere, gioire, passarsi sudore e pelle. “La rivoluzione silenziosa” foriera del “grande cambiamento culturale” la chiama Julio Velasco, che in questo gruppo ha creduto tantissimo. Il gruppo appunto, la squadra. Così alla fine del match-storia che regala la prima medaglia d’oro olimpica del volley, mentre risuona l’inno di Mameli ci sono la capitana Anna Danesi (una garanzia) e Myriam Sylla (un vero rullo compressore in questi Giochi) che si scambiano le medaglie. Un gesto per consolidare un sodalizio che va oltre la rete: “Con Myriam ho vissuto tutto, da quando avevamo 13 anni, c’è sempre stata nei momenti belli e in quelli meno. Questo ha coronato il nostro percorso” dice la capitana. Sylla, un torneo olimpico da assoluta protagonista fino alla finale in cui le americane non riuscivano mai a buttare a terra la palla, è uno spettacolo nello show: “Che siamo state brave non è in discussione – dice mentre rincorre con lo sguardo il papà e la medaglia che non ha già al collo – e comunque servono tutti i pezzi del passato per arrivare fin qui. Velasco? Julio è semplicemente speciale, determinato, con il focus sempre sul momento. Ha scoperchiato il vaso, ed è uscito quello che noi avevamo. Ha toccato le corde giuste e io lo ringrazierò a vita”. Ha la voce rotta dal pianto Monica de Gennaro, il libero, la veterana, che a 37 anni si prende la medaglia più bella e le compagne la lanciano in aria. “C’era lo scoglio dei quarti, abbiamo detto divertiamoci, godiamocela: una gran partita e una grande squadra”, dice l’azzurra, una delle escluse dalla precedente gestione. E poi c’è Alessia Orro, la palleggiatrice di Narbolia (Oristano) arrivata a Parigi con la bandiera della sua Sardegna. “Sul podio non potevo portarla, è vietato – sorride -. La medaglia però la volevamo a tutti i costi, un grande onore che il mio nome è scritto su questa pagina di storia”. Su cui ha messo le mani sicuramente Paola Egonu, la stella, nel bene e nel male, quella più esposta costretta però “…a gestire la sua notorietà” dice Velasco. Anche per lei un percorso turbolento di addii e ritorni, con la scintilla azzurra tornata a scoccare proprio sotto la gestione dell’argentino. “Questa medaglia vale tanto – dice Egonu -: essere riuscita a rialzarmi e avere un’altra avventura con questa squadra. Velasco? E’ riuscito a creare una squadra, a darci la tranquillità, a me ne ha data tanta, è stato bravo a togliermi la pressione, dai primi giorni ho capito che sarebbe andato tutto bene. Ci ha dato qualcosa che mancava, si respira tranquillità. Mio nonno? Aveva predetto tutto…Si questo è il giorno più bello della mia vita, sono felice per queste donne”. “Aggressive, matte, lucide” ma anche “indistruttibili” gli aggettivi con cui si dipingono. Una vera rivoluzione.

Lascia un commento

Your email address will not be published.