Ago 13

Comitato Scientifico Insularità in Costituzione: “Fermiamo lo scempio”.

Pubblichiamo il “Documento per la salvaguardia del Paesaggio e dell’Ambiente della Sardegna” del Comitato Scientifico Insularità in Costituzione, apparso oggi anche sulla prima pagina dell’Unione Sarda con il titolo “Fermiamo lo scempio”.

“Nell’apprendere dell’impugnazione governativa del provvedimento di legge regionale di moratoria (L.R. n.5/2024) che, nella forma, si prefigge la salvaguardia del territorio e dei beni paesaggistici e ambientali della Sardegna, non ci si può esimere dal mettere in evidenza taluni aspetti correlati a tale impianto legislativo che, sin dall’inizio, ha palesato aspetti, giuridici e sostanziali, lacunosi. Sono passati mesi dalla proposta del Disegno di Legge del Comitato Scientifico per l’Insularità in Costituzione, presentato all’opinione pubblica e alle Commissioni IV e V del Consiglio regionale, volta a contenere, in Sardegna, le ricadute negative su territorio e paesaggio, della transizione energetica.

Sentiamo l’urgenza di ribadire la necessità che si dia luogo, nel tempo più breve, alla pianificazione paesaggistica di tutto il territorio regionale, revisionando il PPR vigente negli ambiti costieri, quale unico strumento efficace ed irrinunciabile, pur se non esclusivo, per bloccare l’evidente progettualità speculativa in atto e la disseminazione incontrollata degli impianti di produzione di energie rinnovabili in Sardegna. Lo riaffermiamo con scienza e coscienza, specie, alla luce dell’impugnazione governativa e degli eventi che stanno accadendo in questi mesi nell’isola. Attestano, in maniera incontrovertibile, la validità e l’efficacia delle proposte contenute nel nostro Disegno di Legge per frenare lo stravolgimento dei territori e che non hanno fin qui registrato un’alternativa che determini una specifica e concreta soluzione.

Peraltro, il Comitato Scientifico per l’insularità, pur convocato in audizione dalle Commissioni IV e V del Consiglio regionale, massima assise parlamentare dei Sardi, è stato, nelle sue proposte, ignorato dall’esecutivo regionale. Un confronto di merito sarebbe stato di somma utilità non fosse altro per quanto il Comitato ha fatto, abitando sempre il discorso pubblico e supportando con le sue competenze le rappresentanze istituzionali, nel percorso di inserimento del principio di insularità in Costituzione. Un caso di studio sulla generativa e positiva dialettica tra società civile e rappresentanze elettive, in cui la Sardegna è stata protagonista. Azioni ben note all’attuale Presidente della Regione.

Sul tema della transizione energetica, ma non solo, la Presidente della Regione, nel ruolo di Sottosegretaria e di Viceministra, ha partecipato a molteplici iniziative promosse dal Comitato. Merita di essere richiamata alla pubblica attenzione quella del 21 giugno del 2021 contro la servitù energetica e contro la traiettoria di trasformare la Sardegna in un hub energetico, proposte dal Governo Draghi. Le preoccupazioni che, allora, esperti (giuristi e non) espressero alla Viceministra si sono tradotte, oggi, in realtà. Quel Seminario, trasmesso in streaming, ha generato editoriali, nell’Unione Sarda, di diversi esperti e ulteriori dibattiti pubblici; a prova che in Sardegna sono presenti solide competenze tecnico-scientifiche e una diffusa percezione da parte delle popolazioni del valore dei paesaggi come, storicamente, si sono stratificati. A ragione, di conseguenza, possiamo affermare che, le varie proposte di legge a partire dalla L.R. n.5/2024 (c.d. legge regionale di moratoria), ora impugnata dal Governo, mostrano i limiti e la debolezza intrinseca delle fonti legislative utilizzate, a fronte delle specifiche e prevalenti norme di riforma economico – sociali contenute nel Decreto legislativo n.199/2021 (Decreto Draghi e successivi decreti attuativi) che vieta (art. 20) il ricorso alle moratorie ovvero la sospensione dei termini dei procedimenti di autorizzazione.

D’altra parte, l’articolo 1 della L.R. n. 5/2024 (c.d. legge regionale di moratoria), fortemente voluta dalla Presidente della Regione e approvata dal Consiglio regionale, esplicita la vera finalità della legge in quanto afferma che “… ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo regolato ed armonico degli impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili…”. Se ne deduce l’indubbia volontà del governo regionale di non opporsi a quanto decretato in assenza di una disamina obbiettiva attinente all’ambiente antropico e produttivo isolano, incurante di quanto di più dannoso si profila per la Sardegna.

Altresì, la Presidente della Regione non pare abbia alcuna intenzione di impugnare il Decreto del Ministro dell’Ambiente n. 236 del 21.06.2024, che al suo interno contiene la disposizione, incongrua e del tutto arbitraria, della potenza minima da installare, sul territorio regionale, fissata in 6,264 GW entro il 2030. Tale inerzia si somma ai contenuti espressi nella citata L.R. n.5/2024 e non lascia alcun dubbio sulla traiettoria seguita dalla Presidente della Regione e dalla sua giunta e dal Consiglio regionale. Essere stata componente del Governo nazionale non genera un obbligo di continuità, mentre invece, per poter rappresentare “con dignità e onore” il popolo sardo, talvolta è necessario fare delle scelte coraggiose, di testa e di cuore, pur se queste esigono rottura e discontinuità con il passato e con le appartenenze.

I suddetti contenuti debbono, in realtà, essere proposti dalla Sardegna anche in sede politica, con l’utilizzo da parte della Regione anche dei poteri straordinari di cui all’ art. 51 dello Statuto Speciale della Sardegna, approvato dall’Assemblea Costituente, secondo il quale “La Giunta regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, può chiederne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constatata la necessità e l’urgenza, può provvedervi, ove occorra, a norma dell’art. 77 della Costituzione” ossia con Decreto legge.

È singolare che in questa vicenda sia sfuggito il motivo principale per cui dobbiamo attuare la transizione energetica: non è l’UE che ci chiede la neutralità carbonica al 2050 ma gli accordi internazionali sottoscritti anche dall’Italia che impegnano tutti verso questo obiettivo. Fatto sta che un piano energetico, non solo elettrico, per la Sardegna al 2050 deve tenere conto della demografia (in forte calo), combinata con l’efficienza dei sistemi (in forte miglioramento); per cui è presumibile che i consumi complessivi si ridimensionino al 50% rispetto all’anno di riferimento (1990) rendendo di fatto inutile la corsa agli “armamenti” eolici e fotovoltaici.

Riteniamo dunque, fortemente grave e pericoloso, per l’interesse dei Sardi, che il governo regionale abbia sposato, in nome di uno strumentale e insensato richiamo alla leale collaborazione, la sconsiderata strategia del governo nazionale, che, in essenza, scarica gli oneri e le responsabilità della transizione energetica sulle regioni, tra l’altro gravando in misura maggiore su quelle dove il territorio e il paesaggio costituiscono una risorsa imprescindibile per la propria sopravvivenza economica e sociale.

Il Comitato scientifico insularità in Costituzione, ha dato ampia e puntuale dimostrazione della possibilità di mettere a punto un obiettivo concreto e inibitorio entro e non oltre sei mesi, idoneo per l’individuazione di una successiva disciplina programmatica di salvaguardia del territorio isolano. Abbiamo indicato dove reperire e utilizzare i materiali necessari, frutto di studi e di ricerche, effettuati dalle Università di Sassari e di Cagliari tra 2015 e il 2020, commissionati dalla Regione Sardegna con l’obiettivo di varare il PPR delle zone interne. Abbiamo dato prova della concretezza e della immediata realizzabilità, nell’interesse dei Sardi, di una normativa ad hoc di tutela ambientale e paesaggistica sicché, ora e in futuro, non intendiamo sottrarci al dovere civico di indicare i responsabili di quanto sta accadendo in ogni sede e in ogni luogo si renda necessario”.

(Per il Comitato scientifico Insularità in Costituzione, Maria Antonietta Mongiu, archeologa, già assessora regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; Benedetto Ballero, avvocato, già docente di Diritto regionale Università di Cagliari, e già assessore regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; Giovanni Barrocu, già ordinario di Geologia applicata Università di Cagliari; Giuseppe Biggio, già direttore del Servizio della pianificazione territoriale e paesaggistica della Regione; Rita Dedola, avvocata, già presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari e già assessora alla Pubblica Istruzione del Comune di Cagliari; Leonardo Filippi, avvocato, già ordinario di Diritto processuale penale Università di Cagliari; Franco Masala, storico dell’Architettura Cagliari; Fiorella Pilato, già magistrata del Tribunale di Cagliari e già componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Giuseppe Pulina, ordinario di Etica e Sostenibilità animale Università di Sassari; Giovanni Domenico Pintus, generale C.A. (ris.), già comandante del Comando militare della Sardegna; Gian Valerio Sanna, Ingegnere, già assessore regionale Urbanistica, Enti Locali e Finanze).

Per rinfrescare la memoria, ecco quanto proposto dal Comitato Scientifico Insularità in Costituzione per fermare la speculazione energetica. Praticamente la pappa pronta, che la giunta Todde e la maggioranza del “campo largo”, sempre più arroccata su sé stessa, non ha, purtroppo per i sardi, voluto prendere in considerazione.

PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE

Oggetto: Approvazione del Disegno di Legge recante “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia del paesaggio rurale della Sardegna e per il completamento della pianificazione e la tutela dell’intero territorio Regionale” – Adempimenti organizzativi correlati.

La Presidente, di concerto con l’Assessore degli Enti locali, Finanze ed Urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni culturali ed informazione e della Difesa dell’Ambiente, rappresenta la necessità di provvedere alla predisposizione, nel termine di sei mesi, del Piano Paesaggistico Regionale esteso a tutto il territorio Regionale a completamento di quello già approvato relativo al territorio costiero;

Il sistema di governo del territorio si presenta attualmente differenziato e sperequato in termini di omogeneità degli strumenti di tutela paesistica e di pianificazione urbanistica fra territori costieri e aree interne della Regione;

Emerge pertanto l’urgenza di adottare misure cautelari che impediscano il venir meno dei connotati primari, caratterizzanti e qualificanti il patrimonio paesaggistico ed ambientale delle arre interne della Sardegna tutelandone l’integrità e le enormi potenzialità da effetti ed interventi speculativi che potrebbero compromettere irrimediabilmente la qualità dello sviluppo e la conservazione degli habitat;

La Presidente, pertanto, di concerto con l’Assessore degli Enti locali, Finanze ed Urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni culturali ed informazione e della Difesa dell’Ambiente, propongono l’approvazione dell’allegato Disegno di Legge recante “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia del paesaggio rurale della Sardegna e per il completamento della pianificazione e la tutela dell’intero territorio Regionale”, al fine di completare gli adempimenti necessari al rispetto degli articoli 143, 144 e 145 del Decreto Legislativo 22.1.2004, n.42 e successive modifiche ed integrazioni (Codice dei beni culturali e del paesaggio);

Valutata l’opportunità di operare secondo i principi di adeguatezza e precauzione la Giunta Regionale valuterà l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 14 della l.r. n.45/1989 al fine di garantire provvedimenti idonei ad inibire o a sospendere, per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabili, trasformazioni di destinazioni d’uso e costruzioni su aree pubbliche o private;

La Presidente di concerto con l’Assessore degli Enti locali, Finanze ed Urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni culturali ed informazione e della Difesa dell’Ambiente rappresentano altresì, l’opportunità che il lavoro di completamento della Pianificazione Paesaggistica Regionale venga effettuata con l’utilizzo delle risorse professionali interne all’Amministrazione con il supporto di professionalità di indiscusso valore, esterne all’Amministrazione;

Al riguardo si rende necessaria l’attivazione di un Comitato di Indirizzo e coordinamento (altrimenti detto Ufficio del Piano) coordinato dal Direttore Generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, composto da tutti i referenti dei Servizi dell’Amministrazione ritenuti conferenti rispetto alle materie della pianificazione sovra ordinata;

Viene proposta infine, la nomina di un Comitato scientifico che operi a supporto dell’Ufficio del Piano, composto da professionalità esterne all’Amministrazione Regionale in numero non superiore a 5 da individuarsi con Decreto della Presidente della Regione;

LA GIUNTA REGIONALE

Visto lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;

Visto l’articolo 57 del DPR 19.6.1979, n.348 (Norme di attuazione dello Statuto Speciale per la Sardegna) con cui sono delegate alla Regione le funzioni amministrative esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di tutela paesaggistica;

Visto il Decreto Legislativo n.42 del 22.1.2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio) e in particolare gli articoli 143, 144 e 145 concernenti il piano paesaggistico, quale strumento di tutela ambientale;

Vista la Legge Regionale n.45 del 22.12.1989 (Norme per l’uso del territorio regionale);
Ritenuto urgente ed indifferibile provvedere al completamento della pianificazione paesaggistica regionale e all’introduzione di norme di temporanea salvaguardia a tal fine;

Preso atto dei pareri di legittimità espressi dai Direttori Generali della Presidenza, degli Enti locali, finanze ed urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni culturali, informazione, Spettacolo e Sport e della Difesa dell’Ambiente;

DELIBERA

1. Di approvare l’allegato Disegno di Legge recante: “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia del paesaggio rurale della Sardegna e per il completamento della pianificazione e la tutela dell’intero territorio Regionale” e trasmetterlo al Consiglio Regionale per gli adempimenti di competenza;

2. Di dare mandato all’Assessore agli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica al fine di predisporre gli atti necessari all’adozione, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 14 della l.r. n.45/89, dei provvedimenti idonei ad inibire o a sospendere, per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabili, le trasformazioni di destinazioni d’ uso e le costruzioni su aree pubbliche o private nei territori interessati al completamento della pianificazione paesaggistica;

3. Di istituire, con Decreto della Presidente della Regione, presso l’Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica un Comitato di Indirizzo e coordinamento (altrimenti detto Ufficio del Piano) coordinato dal Direttore Generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, composto da tutti i referenti dei Servizi dell’Amministrazione ritenuti conferenti rispetto alle materie della pianificazione sovra ordinata;

4. Di nominare con Decreto della Presidente della Regione, un Comitato scientifico che operi a supporto dell’Ufficio del Piano, composto da professionalità esterne all’Amministrazione Regionale in numero non superiore a 5.

Allegato alla Delibera della Giunta

PROPOSTA DI DISEGNO DI LEGGE

Norme urgenti di provvisoria salvaguardia del paesaggio rurale della Sardegna e per il completamento della pianificazione e la tutela dell’intero territorio Regionale.

Art. 1 – La Giunta Regionale, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, adotta il Piano Paesaggistico Regionale esteso a tutto il territorio regionale integrando la pianificazione paesaggistica della fascia costiera con quella del restante territorio regionale ai sensi dell’articolo 135 del decreto legislativo 22.1.2004 n.42 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio e ss.mm.ee.ii.)

Art.2 – Per quanto compatibili, nella fase di pianificazione delle aree interne della Sardegna, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui alla L.R. n.8 del 25.11.2004, salvo che i Comuni interessati non dispongano di PUC adeguato alle disposizioni di cui alle NTA del PPR.

Art.3 – La fase di pianificazione avviata dalla presente legge dovrà disporre lo studio e la tipizzazione del territorio rurale della Sardegna indagando le stratificazioni antropiche attraverso la valorizzazione del sistema ambientale, della tradizione e vocazione agraria, forestale e pastorale.

Art. 4 – Fino all’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale esteso a tutto il territorio regionale, è fatto divieto realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili salvo quelli precedentemente autorizzati, per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge i relativi lavori abbiano avuto inizio ed abbiano realizzato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi.

Art.5 – La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel BURAS.

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