Ago 21

La Regione Sardegna ha impugnato la legge sull’autonomia differenziata.

La Regione ha varato la delibera con cui impugna, davanti alla Corte Costituzionale, la legge del Governo sull’autonomia differenziata denominata “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione”.

Il provvedimento è stato approvato in tarda mattinata dalla giunta. Secondo l’esecutivo, il contenuto della legge “appare lesivo per l’autonomia regionale sia nella sua interezza che anche per una serie di specifici motivi che riguardano, in particolare (ma non solo), singolarmente gli artt. 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10 e 11”.

Nel provvedimento di 55 pagine che contiene il ricorso alla Corte Costituzionale vengono enunciati i principali punti dell’impugnazione. Secondo la Regione, la legge viola l’art. 116, comma 3 della Costituzione, eccedendo i limiti previsti per l’autonomia differenziata, e anche il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, non prevedendo adeguate forme di coinvolgimento delle stesse Regioni nel processo. Inoltre, così come formulata, la legge consentirebbe il trasferimento di intere materie alle Regioni, anziché solo di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.

“La delega al Governo per la determinazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) è carente di principi e criteri direttivi. Viola le prerogative delle Regioni a statuto speciale, in particolare della Sardegna, e non rispetta le procedure previste dallo Statuto speciale della Sardegna per il trasferimento di funzioni e risorse e rischia di accentuare i divari territoriali e violare i principi di solidarietà e uguaglianza”.

Il ricorso argomenta nel dettaglio come “questi vizi di costituzionalità ledano le competenze e l’autonomia della Regione Sardegna”, che chiede quindi l’annullamento totale o parziale della legge.

“Quello che veramente non funziona è che le Regioni del nord sono Regioni che sono state infrastrutturate negli ultimi decenni con i soldi di tutti i cittadini italiani. Sono diventate Regioni ricche, sono diventate Regioni trainanti con l’aiuto di tutti, con i soldi dello Stato. Pensare adesso semplicemente di basarsi sulla spesa storica e quindi di consentire a queste Regioni che hanno avuto di più di spendere di più anche sulla base di quello che possono trattenere è una cosa ingiusta”. Così la presidente, Alessandra Todde, ha commentato la delibera approvata dalla giunta che formalizza il ricorso alla Consulta contro la legge Calderoli sull’autonomia differenziata. “I servizi essenziali non sono stati definiti e già questo è un tradimento perché – ha spiegato la presidente – comunque era fondamentale definire quelli che erano i livelli essenziali di assistenza, rispetto alla legge di autonomia differenziata. Invece si è voluto correre, si è voluto mettere le bandierine indipendentemente dal fatto di poterli definire correttamente, indipendentemente dal fatto di capire cos’è il fondo di perequazione, con quali soldi gli eventuali distanze vengono colmati. Tutto questo non è stato definito, invece si è scelta una legge procedurale che semplicemente sancisce il fatto che le Regioni del nord saranno diverse dalle Regioni a statuto speciale e dalle Regioni del sud perché potranno procedere semplicemente per conto loro. Il Veneto – ha osservato ancora Todde – si è portato avanti nella richiesta di materie, ma faccio un esempio pratico: pensate alla trattativa con l’Europa, che non è una competenza che comporta la definizione di Lea. Voi pensate veramente che una Regione che può avere forza come la Lombardia o il Veneto possano trattare in Europa in maniera più o meno forte rispetto alla Calabria o rispetto alla Sardegna? Ecco, questo sicuramente non aiuta la sussidiarietà del nostro Paese, quindi anche per questi motivi l’autonomia differenziata va combattuta”.

Commissari in arrivo per le Asl, le Aou e l’Arnas Brotzu. La giunta regionale ha, infatti, approvato il disegno di legge che punta a riorganizzare l’intero sistema sanitario della Sardegna. Un processo che passerà per il commissariamento delle aziende prima della scadenza naturale del mandato degli attuali manager, prevista a dicembre 2026. “Due i presupposti del provvedimento – ha detto la presidente della Regione, Alessandra Todde -. Il Microcitemico torna all’interno dell’Arnas Brotzu, richiesta avanzata da molti anche durante la campagna elettorale, e l’ospedale Marino di Alghero dall’azienda ospedaliero universitaria di Sassari torna ad essere un ospedale della città, in capo alla Asl di Sassari. Poi chiaramente il disegno di legge contiene altre interpretazioni autentiche che ci consentono di poter commissariare le Asl”. Il disegno di legge verrà trasmesso al consiglio regionale che avvierà l’iter legislativo, a settembre, prima in commissione poi in aula. Dal momento dell’approvazione, la giunta avrà 45 giorni di tempo per nominare i commissari. “Abbiamo diversi fronti aperti – ha spiegato Todde – come la mancanza dei medici sul territorio. Territorio che chiaramente non è più in grado di prendere in carico i propri cittadini. Quanto alla situazione dei Pronto soccorso, è stata messa a dura prova soprattutto nelle zone costiere per l’impatto che ha il turismo nelle nostre località di mare, che a volte decuplicano i loro abitanti. Tutte queste criticità non devono essere ogni volta affrontate in maniera occasionale, ma il tutto deve essere programmato. Una delle cose che non funziona oggi nelle Asl è la programmazione – ha chiarito la presidente -. Io sono rimasta molto sorpresa quando ho partecipato alla conferenza sociosanitaria nuorese che non era sta più convocata da due anni e mezzo. E’ difficile riuscire a intercettare quella che è la domanda del territorio se neanche ci si incontra per poterne discutere”.

“Il disegno di legge che è stato presentato oggi potrebbe essere funzionale anche ad azioni di questo tipo, è una base su cui lavorare su fatti concreti e c’è un’idea di quelli che devono essere i cambiamenti, sia strutturali che funzionali”. Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, al termine del lungo incontro con i sindacati confederali sul disegno di legge che commissaria le Asl, Aou e Arnas Brotzu. Tra le priorità l’esponente della giunta ha individuato l’abbattimento delle liste di attesa, il miglioramento della medicina del territorio. “Queste sono cose già iniziate ma chiaramente è mancato fino ad oggi un po’ il braccio esecutivo di queste nostre iniziative, che è rappresentato dai direttori delle Asl; cioè è necessario che i direttori siano un po’ più aperti anche alla comunicazione con il territorio e alla comprensione delle esigenze del territorio, quindi forse l’atto più importante che dovrà essere attuato è quello di rilanciare questa comunicazione ospedale-territorio”. Nel dettaglio degli interventi l’assessore ha spiegato che gli ospedali devono avere una mission specifica, si devono creare delle strutture hub, due, tre, quattro per patologie più importanti, in maniera tale che il paziente possa essere orientato in maniera ottimale su dove riferirsi. Mentre per quanto riguarda la medicina territoriale è chiaro che vada rilanciata. “Sono già state poste in essere delle azioni importanti – ha detto l’assessore – per quanto riguarda, per esempio, l’accesso e l’inizio di nuovi corsi di specializzazione in medicina generale, abbiamo già più che raddoppiato le borse di studio con possibilità per i giovani medici di avere già da subito in carico un certo numero di pazienti e di avere incarichi convenzionali anche nella medicina dell’emergenza urgenza, e poi chiaramente in maniera emergenziale abbiamo richiamato i medici in pensione su base volontaria, una soluzione tampone che è riuscita a coprire esigenze in alcuni territori”. Altra criticità i Pronto soccorso. “Vanno in sofferenza soprattutto nei mesi estivi. Normalmente sono i direttori generali che rimodulano le attività e il personale nel contesto delle loro aziende per poter garantire gli accessi al Pronto soccorso. Ma ci sono anche delle azioni che abbiamo messo in campo, come la contrattualizzazione dei cosiddetti medici gettonisti, abbiamo cercato di contrattualizzare anche medici della medicina militare e quelli stranieri abilitati a svolgere la professione di medico in Italia e, non ultimo, fatto accordi con le università”.

La direzione generale della Asl 5 di Oristano informa che sono state ripristinate tutte le linee telefoniche della sede di via Carducci, del Distretto di Oristano, del poliambulatorio di via Pira e dell’ospedale San Martino. I tecnici hanno risolto il problema, che si è verificato nelle prime ore del mattino. La direzione generale si scusa con l’utenza per il disservizio, non dipeso dall’ azienda.

Domani giovedì 22 e venerdì 23 agosto si potrà firmare per la “Pratobello” presso il Centro commerciale Porta Nuova di Oristano, dalle 10 alle 19. Lo ha comunicato il Gru.T.Te.S, che sarà presente con un banchetto per la raccolta della firme a supporto della proposta di legge di iniziativa popolare “Pratobello 24”.

Un peschereccio di circa 12 metri è affondato, ieri, alle 21, nel porticciolo di Torre Grande. La segnalazione alla sala operativa della Guardia costiera ha fatto scattare l’intervento di una pattuglia a terra, composta da personale altamente qualificato, al fine di verificare la presenza di potenziali inquinamenti generati dallo sversamento di liquidi presenti a bordo dell’imbarcazione. I militari, dopo essersi assicurati che nessuno fosse a bordo, hanno verificato l’assenza di tracce di inquinamento. La Guardia costiera ha poi diffidato il proprietario dell’imbarcazione, un pescatore della zona, ad avviare tutte le azioni necessarie a evitare potenziali inquinamenti. Successivamente, la società “Marine Oristanesi”, gestore-concessionario del porticciolo, ha posizionato 30 metri di “panne galleggianti” attorno all’imbarcazione per contenere eventuali sversamenti. Sarà ora cura della Capitaneria di porto di Oristano capire le cause che hanno comportato l’affondamento dell’unità, concordando con il proprietario del mezzo e il concessionario, le modalità per la rimessa in galleggiamento per evitare qualsiasi potenziale danno all’ambiente marino. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).

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