Ott 02

Rinnovabili – Pratobello24: migliaia di persone hanno accompagnato il deposito delle firme.

“Giù le mani dall’Isola”, “Il popolo sardo in marcia contro l’assalto dei potenti”, “Un atto di guerra contro la Sardegna”. Sono alcuni degli slogan scritti sugli striscioni sistemati nelle pareti esterne del palazzo del consiglio regionale di Cagliari.

Nel capoluogo si sono riunite migliaia di persone per la manifestazione convocata dal comitato “Pratobello 24”, in occasione della consegna delle quasi 211mila firme raccolte per l’iniziativa di legge popolare che punta alle modifiche urbanistiche per bloccare quella che è considerata una vera e propria “invasione delle multinazionali dell’energia”.

Un flash mob con tanti palloncini arancioni, rigorosamente di materiali biodegradabili, e col divieto di lasciarli andare. E ancora ritmi e danze sciamaniche per suggellare la giornata. Sul palco allestito nel piazzale del palazzo si sono alternati gli interventi dei rappresentanti dei comitati territoriali anti eolico e di alcuni sindaci. Tra questi Pasquale Mereu, primo cittadino di Orgosolo, alla testa della protesta.

Nel piazzale anche le sedie preparate per i consiglieri regionali, ma tra i presenti c’erano, insieme ai manifestanti, solo quelli dell’opposizione. La richiesta alla politica è chiara: far arrivare il testo direttamente alla discussione in aula senza passare per le commissioni.

Le quasi 211mila firma sono state consegnate in consiglio regionale. Le scatole con i moduli sono state fatte sistemare dal personale del consiglio e dalla Digos nel piano inferiore del palazzo e le Forze dell’ordine hanno verificando i pacchi e i plichi per questioni di sicurezza; per questo motivo è stato interdetta anche la presenza della stampa.

In piazza si è parlato di “…un risultato clamoroso, inaspettato, è un terremoto politico – ha detto l’avvocato Michele Zuddas, che segue il coordinamento dei comitati -. Il presidente del consiglio regionale, i consiglieri regionali e la presidente devono fare in modo che questa legge arrivi al voto il prima possibile. Qualsiasi altra alternativa sarebbe l’ennesimo schiaffo alla nazione sarda che non possiamo più tollerare. Ora questi consiglieri devono decidere da che parte stare, se stare dalla parte del proprio popolo, della propria nazione, o stare dalla parte dei propri padroni politici romani”.

Dai corridoi del palazzo il presidente della commissione Governo del territorio, Roberto Li Gioi, ha ribadito che la proposta di legge consegnata “…sarà, come è giusto che sia, esaminata seguendo quanto stabilito allo statuto dal regolamento del consiglio, così come è stato per il dl 45 e per la cosiddetta moratoria”. Per quanto riguarda il cammino cominciato in commissione del ddl della giunta sulle aree idonee, “…stasera scade il termine per gli emendamenti, e il nostro lavoro va avanti; l’obiettivo è di fare il più in fretta possibile perché abbiamo la spada di Damocle della sospensiva della Corte dei Conti – ha aggiunto Li Gioi -. Dobbiamo arrivare il prima possibile per dare finalmente una regolamentazione a una materia che per due anni e mezzo è stata completamente ignorata dallo scorso governo regionale”.

Il presidente del consiglio regionale, Piero Comandini, ha ricevuto una piccola delegazione dei comitati, con in testa il sindaco di Orgosolo, Pasquale Mereu, e l’avvocato Michele Zuddas. “Li abbiamo ricevuti perché è una questione di rispetto per il lavoro che hanno fatto – ha spiegato Comandini -, mentre la conferenza di capigruppo si riunirà una volta che verrà verificata la procedura. Siamo nella fase di verifica della regolarità delle firme, dei moduli e delle sottoscrizioni da parte degli elettori – ha aggiunto Comandini -, una fase prevista dallo statuto e dai regolamenti sia regionali che nazionali. Dopo la fase di verifica delle firme si aprirà la fase politica che riguarderà i tempi, i modi e le procedure attraverso la quale questa proposta di legge verrà discussa in sede alle commissioni. Ma poi il testo – ha sottolineato Comandini seguirà l’iter ordinario. Il tema è già dentro il palazzo; ci sono delle differenze sui tempi e le procedure, però credo che ci sarà una risposta nelle forme previste dalla Costituzione e dallo Statuto, con la moratoria approvata e la legge sulle aree idonee in commissione”.

“Oggi i masochisti sardi, quelli che dicono “Picchiami che mi piace” hanno una grande occasione per godere: possono leggere sull’Unione Sarda l’intervista depressa dell’assessore dei Trasporti della Regione Autonoma della Sardegna. Si va dal lodo Calimero (“A noi ci trattano male perché siamo piccoli e scuri”) alla piattaforma zerbino: “Poiché l’Unione Europea dice questo, si fa questo”. C’è un requisito essenziale per fare bene l’assessore dei Trasporti: avere una visione politica dei diritti dei Sardi, quella che manca, dalle fondamenta, a questo assessore e a questa Giunta. Leggete l’annuncio programmatico sulla continuità territoriale: “Il nostro studio per calcolare il numero di posti necessario parte dal decreto ministeriale attualmente in vigore, quello più povero. C’è una differenza tra il numero di collegamenti previsto in quel documento e i voli effettivi, perché le compagnie hanno dovuto aggiungere frequenze. Il nostro ragionamento è: se si fossero limitate ad assicurare solo i posti minimi, cosa sarebbe successo”. Stanno programmando la continuità territoriale del minimo garantito.Un capolavoro! Abbiamo passato decenni a dire che la mobilità è un diritto e non un servizio; abbiamo avuto Giunte che hanno combattuto con Bruxelles per affermare che era ed è un abuso ritenere che la continuità debba svolgersi solo su Roma e Milano e prevalentemente nei momenti di fallimento di mercato; abbiamo litigato per affermare che non può essere la dinamica della domanda e dell’offerta a regolare l’accesso alla Sardegna come se essa fosse un qualsiasi hotel con alta e bassa stagione, e adesso ci ritroviamo un assessore che dimostra di non aver fatto neanche le elementari dell’Autonomia, non dico dell’Indipendenza. Ma il bello è che questo assessore sa di accettare una condizione di minorità ingiusta. Leggete che dice. Domanda: “In alcuni Paesi Ue però la tariffa unica è regolarmente in vigore.” Risposta: “In Europa abbiamo 170 oneri di servizio pubblico, alcuni inspiegabili. Ad esempio esiste la linea Trieste-Milano. C’è bisogno di una continuità territoriale tra queste due città? La verità è che agli altri nessuno fa osservazioni. Le fanno solo a noi, e alcune possono sembrare un sopruso”. Traduzione: “Sì, lo so che ciò che ci accade è ingiusto, ma non posso farci niente”. Sugli aeroporti poi, buio fitto. Il tempo corre e l’assessorato dichiara di studiare. In politica, si studia prima di candidarsi, non dopo, diversamente l’apprendistato si fa sulle spalle sanguinanti degli utenti. Dal mio punto di vista, il problema è più dato da chi si è infilato negli hangar della manutenzione a Olbia che non nella holding unica, ma tutto questo sta accadendo perché c’è un vuoto politico di cui il mercato è consapevole. A Napoli stanno ridendo dell’assessorato dei trasporti sardo e intanto si sono presi al costo di nulla le manutenzioni olbiesi. Il bando per le isole minori è andato deserto per la quinta volta? Leggete la risposta: “Vorrei far presente che finanziamo queste rotte con una somma doppia rispetto a quanto lo Stato mette per i collegamenti tra la Sardegna e la Penisola. E le norme che regolano il bando sono le stesse. Abbiamo fatto uno sforzo per incrementare le risorse a disposizione. Il problema non esiste solo qui, ma è a livello nazionale”. Questa è un’affermazione gravissima, che mostra un modo di ragionare da Cinquetasche in estasi da contemplazione del proprio complottismo. La colpa, secondo la Regione, è dei privati. In Regione c’è chi odia chi riesce a fare impresa, anzi, per meglio dire, nell’Assessorato dei trasporti vi è la convinzione diffusa che chi fa trasporti non possa essere un privato ma solo e sempre il pubblico, perché il privato riesce a stare in equilibrio dove il pubblico perde soldi, e quindi, in questa logica perversa, il privato offende con la sua efficienza il pubblico e deve morire. Il fatto è che sta iniziando l’anno accademico e ho molte cose da fare, per cui non riesco a completare un banalissimo file excel che metta a confronto i bandi delle altre regioni per le isole minori con quello sardo, ma prima o poi riuscirò a completarlo e allora lo pubblicherò per giorni, per mostrare la solennissima minchiata di cui in tanti sono convinti. Le tratte sarde per le isole minori sono le meno finanziate d’Italia e il finanziamento non va valutato in valore assoluto, ma anche e soprattutto considerando il numero dei passeggeri all’anno, i ricavi e il numero delle navi. Cose basilari che nell’assessorato dei trasporti non riescono a mettere in colonna, e sapete perché? Perché sotto sotto c’è sempre l’antica predilezione per la compagnia di navigazione pubblica, quella che pagava il cuoco che doveva preparare il panino al comandante del traghetto a tremila euro al mese, quella che assumeva un mozzo ogni due per tre, quella che andava in deficit e non era un problema perché tanto pagava Pantalone. Tra un assessore della sanità che sta costringendo i sardi a pagarsi di tasca ogni cura e un assessore dei trasporti che esalta la continuità minimal, la presidente Todde sta trasferendo sui bilanci familiari il costo delle sue scelte faziose di promozione ai ruoli di governo di fedelissimi totalmente non all’altezza dei compiti e delle funzioni. Paghiamo con i nostri soldi l’ignoranza di governo. Abbiamo la tassa occulta Cinquetasche: poltrone per gli amichetti e ignoranza per tutti. Preferivo il programma di Cetto”. (dal blog di Paolo Maninchedda sardegnaeliberta.it)

Il presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera, ha fissato, per l’udienza pubblica del 12 novembre 2024, la discussione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Regione Puglia (ricorso n. 28) e dalla Regione Toscana (ricorso n. 29) sulla legge n. 86 del 26 giugno 2024 “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. Seguirà, a scadenza termini, prevista per martedì 8 ottobre, la fissazione, sempre per l’udienza pubblica del prossimo 12 novembre, della discussione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Regione autonoma della Sardegna (ricorso n. 30) e dalla Regione Campania (ricorso n. 31) riguardanti la stessa legge.

E’ allerta maltempo in Sardegna che si prepara a essere colpita da una perturbazione lampo di origine atlantica nella giornata di giovedì 3 ottobre, con le prime piogge e temporali già da questa notte. La Protezione civile regionale ha emesso un avviso di criticità ordinaria (codice giallo) sino alle 18 di domani, per rischio idrogeologico e idrogeologico per temporali sulla parte centro settentrionale (Montevecchio Pischinappiu, Tirso, Gallura e Logudoro) dell’Isola, e per rischio idrogeologico nel Sulcis-Iglesiente. “A partire dal settore settentrionale potranno verificarsi precipitazioni a carattere diffuso e temporalesco localmente di forte intensità – spiegano gli esperti dell’ufficio meteo dell’Aeronautica militare della base di Decimomannu – dalla mattina di domani anche sul resto dell’isola, mentre dal pomeriggio si assisterà a un graduale miglioramento. Le temperature resteranno minime elevate, mentre i valori massimi subiranno una forte diminuzione, dai 5 ai 7 gradi, e la ventilazione inizialmente debole da libeccio, dopo la perturbazione, si disporrà da maestrale con una intensità localmente forte: a sud circa 40kmh, 60kmh nei settori settentrionali”. Da venerdì la situazione va a migliorare e la pressione torna a salire con “qualche nuvolosità ma temperature in aumento”, ma resta un leggero maestrale. La tendenza per inizio della settimana prossima vede “tempo stabile e prevalentemente soleggiato, mentre è possibile, ma ancora è presto per fare previsioni affidabili – spiegano dall’ufficio Meteo dell’Aeronautica militare – che tra martedì e mercoledì arrivi un’altra perturbazione, con precipitazioni sulla parte settentrionale dell’Isola”.

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