Nov 22

Grave carenza di personale medico nel reparto di Medicina dell’ospedale S.Martino di Oristano.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Oristano, Antonio Sulis, ha inviato una lettera all’assessore ragionale della Sanità, Armando Bertolazzi, e al direttore generale della Asl, Angelo Serusi.

Sulis ha evidenziato la situazione che si è creata nel reparto di Medicina del presidio ospedaliero di Oristano. Dal 1° novembre, infatti, il reparto di Medicina dell’Ospedale San Martino di Oristano si trova in una condizione di gravissima carenza di personale medico, tale da pregiudicarne sia il corretto funzionamento che la stessa esistenza. In un presidio ospedaliero che vorrebbe essere classificato come I livello.

Con un Dea di I livello è assolutamente impensabile e inaccettabile che nel reparto vi siano solamente tre medici titolari, compreso il direttore, che devono turnare e fare doppi turni, insieme ad alcuni specializzandi e medici contrattisti, per garantire la presenza in corsia per 24 ore al giorno, compresi i festivi. I medici specializzandi, tra l’altro, hanno precise limitazioni imposte dalla normativa vigente”.

Secondo Antonio Sulis, la situazione si traduce nel rischio concreto di non poter offrire ai degenti un’assistenza adeguata, soprattutto nei casi più complicati e urgenti dove, non avendo l’ospedale un reparto di medicina d’urgenza, i medici della Medicina Interna devono accogliere pazienti infettivi settici in shock, emorragici gravi, oncologici complicati, e così via, che spesso non trovano posto nelle strutture preposte.

“Sarà inoltre difficile fornire puntualmente agli altri reparti le consulenze internistiche”, si legge ancora nella lettera. “Tale carenza impedisce ai medici titolari di usufruire delle ferie e di eventuali congedi, la partecipazione (obbligatoria) ai corsi di aggiornamento professionale, e in caso di assenza per malattia di uno di loro l’attuale equilibrio precario si perderebbe definitivamente. Questa situazione espone anche i pazienti ad un elevato rischio clinico, aumentando la possibilità di errore medico”.

Il presidente Sulis ha sollecitato l’assessore e il direttore della Asl ad aumentare, con adeguati strumenti, la dotazione organica di titolari dell’Unità di Medicina Interna del San Martino, al fine di superare il momento di forte stress di lavoro correlato vissuto dai sanitari in servizio, ed evitare che gli stessi cerchino altrove maggior tranquillità e sicurezza; cosa questa che porterebbe al collassamento dell’unico presidio ospedaliero pubblico di I livello della provincia di Oristano. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).

“La crisi della sanità in Sardegna si accentua di giorno in giorno, sia per la carenza del personale medico e sanitario, necessario per il mantenimento degli standard di base del servizio sanitario, sia per la necessità di una revisione complessiva del modello organizzativo. Modello che registra il segno dei tempi e ha perciò necessità di un adeguamento ai nuovi parametri di una sanità pubblica non più in condizioni di assicurare l’universalità del servizio sanitario nazionale”. E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione culturale Lucio Abis, che per sabato 23 novembre, alle 9.30, presso la sala conferenze dell’Ascom, in via Sebastiano Mele 7, a Oristano, ha organizzato un convegno-dibattito su “La crisi della Sanità in Sardegna: la necessità di un atto di autonomia”. L’associazione Lucio Abis ritiene “…necessario superare la condizione di denuncia dello stato critico della sanità in Sardegna e affrontare, con il sostegno di persone più esperte e più lungimiranti, la riflessione su proposte e soluzioni innovative, comunque necessarie per fronteggiare il crescente bisogno di risposte di salute da parte dei cittadini. Il contesto regionale sardo offre alcuni spunti interessanti e meritevoli di essere analizzati. La Sardegna ha scelto di sostenere la spesa sanitaria devolvendo interamente il gettito dei 9/10 dell’Irpef riscossa nella Regione a copertura della spesa sanitaria regionale. Recentemente si è potuto verificare come la capacità di spesa di questi proventi non sempre arriva al 50%, a causa, certamente, di un modello organizzativo da ripensare e modernizzare. Se da un lato è necessario rivendicare un equilibrio vero fra sanità privata e sanità pubblica, così come fra sanità territoriale e quella ospedaliera, è comunque innegabile che per aumentare l’efficienza del sistema, bisogna poter investire meglio sulle risorse umane, sanitarie e strumentali. Vogliamo approfondire il tema – si legge ancora nella nota dell’Associazione – di come il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione, può rappresentare per la Sardegna una via per il riconoscimento di strumenti dell’Autonomia più incisivi e in grado di ricostruire un’idea di nuovo servizio sanitario per la Sardegna, fondato sulla competitività, ma soprattutto imperniato su un lavoro strutturale per la prevenzione quotidiana nei confronti della popolazione anziana, sempre in crescita, e, in generale, delle persone con fragilità, ma anche caratterizzata da una visione analitica dei fenomeni sanitari, studiandoli e monitorandoli maggiormente per prevenire la formazione delle liste d’attesa piuttosto che inseguire una loro riduzione. Con importanti protagonisti delle attuali istituzioni nazionali e regionali proviamo a disegnare utopie, sapendo che per fare questo dovremmo battere le strade del presente e, dunque, essere ancora più preparati e consapevoli della necessità di un impegno profondo per il cambiamento di questo importante e irrinunciabile diritto dei sardi”. Il programma prevede l’introduzione di Pietro Arca (presidente dell’Associazione culturale senatore Lucio Abis, e, a seguire, le relazioni di: Franco Meloni (ex assessore regionale alla Sanità); Ugo Cappellacci (presidente XII commissione Sanità alla Camera dei deputati), Francesco Agus (consigliere regionale, componente commissione Sanità), Pier Luigi Ledda (segretario generale della Cisl Sardegna), Franca Mugittu (portavoce del Comitato per il diritto alla salute per la provincia di Oristano), Andrea Montis (direttore della Struttura di Neuroriabilitazione all’ospedale San Martino di Oristano). Dopo le relazioni spazio gli interventi degli ospiti, mentre le conclusioni sono state affidate a Gian Valerio Sanna (presidente del Consorzio Uno-Università di Oristano). Modera il dibattito la giornalista Simona Scioni.

Nella cattedrale di Santa Maria, a Oristano, i Carabinieri del Comando provinciale hanno festeggiato la Patrona, la Virgo Fidelis, commemorato l’83° anniversario della battaglia di Culqualber e la “Giornata dell’orfano”. Alla celebrazione hanno partecipato le autorità civili e militari, una rappresentanza di Carabinieri in servizio e una degli appartenenti alle sezioni dell’Associazione nazionale Carabinieri, nonché i rappresentanti dei sindacati dei militari. Era il 1949 quando Papa Pio XII fissò la ricorrenza nel 21 novembre, giorno in cui la Chiesa ricorda la presentazione della Beata Vergine Maria. In questo giorno, i Carabinieri ricordano anche la battaglia di Culqualber, combattuta in Abissinia dal 6 agosto al 21 novembre 1941. In quella battaglia, il 1° Gruppo mobilitato dei Carabinieri dimostrò tutto il suo valore, tant’è che ai pochi sopravvissuti fu tributato l’onore delle armi, mentre alla bandiera di guerra dell’Arma dei Carabinieri venne concessa una medaglia d’oro al valor militare. L’Arma ha anche celebrato la “Giornata dell’orfano”, per tutti quei ragazzi che hanno perso un genitore Carabiniere. Quest’anno, su iniziativa dell’Opera nazionale assistenza orfani militari dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante provinciale Chenet ha consegnato la “Targa d’Argento” a una “figlia dell’Arma”, Federica Menna, di Oristano, che si è laureata in Medicina. La messa è stata celebrata dal delegato del Vescovo (fuori sede, ma che ha fatto giungere il suo affettuoso augurio a tutti i Carabinieri), padre Isidoro De Michele, e dal Cappellano militare della Scuola allievi Carabinieri di Iglesias, Don Francesco Bregoli, che, fra l’altro, ha ricordato una figura emblematica per i Carabinieri di ogni epoca: Salvo d’Acquisto, per il quale è imminente la conclusione del processo di beatificazione. Un particolare ringraziamento è stato rivolto dal Comandante provinciale a tutte le autorità e le rappresentanze intervenute e alla “Polifonica Arborense” (che quest’anno celebra il 60° anniversario della fondazione) che ha allietato la celebrazione religiosa, concludendo con l’inno alla Virgo Fidelis.

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