Feb 05

Il sindaco Sanna sul Comparto Unico: “Urge equiparare il trattamento del personale”.

“Occorre un intervento urgente per equiparare il trattamento di tutto il personale della pubblica amministrazione. Si rischia la paralisi del settore”.

Il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, è intervenuto nella prima commissione “Autonomia” del consiglio regionale ,che si è riunita per le audizioni dei sindaci sulla proposta di legge per l’istituzione del Comparto Unico di contrattazione Regione-Enti Locali.

Erano presenti i sindaci di Cagliari, Massimo Zedda; di Sassari, Giuseppe Mascia; di Oristano, Massimiliano Sanna; di Lanusei, Davide Burchi; di Tortolì, Marcello Ladu; di Iglesias, Mauro Usai; di Carbonia, Pietro Morittu; e il commissario del comune di Nuoro, Giovanni Carmelo Pirisi. Da tutti è arrivato un giudizio positivo per il percorso intrapreso dalla commissione, con l’invito ad individuare le soluzioni migliori per una proposta di legge condivisa capace di superare le criticità che si incontreranno nell’iter legislativo.

Tutti i sindaci hanno evidenziato le difficoltà in cui si trovano ad operare i Comuni, alle prese con una cronica carenza di personale: “Il divario retributivo dei dipendenti comunali rispetto a quelli della Regione e delle agenzie regionali – hanno detto in sindaci – è il principale problema da risolvere; in questi anni sono tantissimi i dipendenti che hanno scelto di lasciare i Comuni per un posto più remunerativo”.

Questo l’intervento del sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna: “La disparità economica e giuridica dei dipendenti del comparto pubblico è una questione che tocca profondamente il cuore del nostro sistema amministrativo locale e impone la necessità di attuare con urgenza il Comparto Unico del personale della pubblica amministrazione per la Sardegna.

Il divario economico relativo alle retribuzioni del personale degli enti locali è una realtà iniqua e ingiustificabile. Questa disparità ha conseguenze dirette e tangibili sulla motivazione e sul coinvolgimento dei nostri dipendenti, che ogni giorno si trovano a lavorare sotto una pressione costante. I dipendenti comunali, oltre a rispondere alle direttive dei propri responsabili, devono fare i conti con le richieste degli assessori e, non ultimo, con le aspettative dei cittadini. Questa complessa situazione operativa, unita alla cronica difficoltà nel trattenere e reperire risorse umane adeguate, sta causando un vero e proprio esodo dai comuni.

Non possiamo ignorare che il Comune, in quanto istituzione vicina al cittadino, soffre più di altri enti di questa crisi. A riprova della gravità del quadro, evidenzio come il sistema dei concorsi non tuteli gli enti che li bandiscono. Il Comune di Oristano nel 2022 ha bandito un concorso per 11 funzionari a tempo indeterminato, dalla graduatoria sono stati chiamati 25 idonei e oggi solo 4 di quei 25 sono in servizio presso il nostro Comune. Questo ha reso necessario bandire un nuovo concorso, con un ulteriore dispendio di risorse e tempi burocratici.

Solo nell’ultimo anno – ha proseguito il sindaco – il Comune di Oristano ha subito 29 cessazioni dal servizio, 6 delle quali per pensionamenti, mentre le restanti sono dovute a trasferimenti presso altri enti, a testimonianza di quanto la nostra amministrazione soffra la concorrenza di altre realtà che offrono condizioni migliori. Un esodo di 23 dipendenti corrisponde al 10% della forza lavoro del nostro ente.

Il Comparto Unico è un obiettivo necessario e raggiungibile. Trova il suo fondamento nel nostro Statuto Regionale, modificato dalle leggi costituzionali n. 2 e n. 3 del 1993, che all’articolo 3 conferisce alla Sardegna la potestà legislativa in materia di ordinamento degli enti locali e del personale.

La Regione Sardegna ha già previsto il Comparto Unico con la Legge Regionale n. 9 del 2006. Ma, a quasi due decenni da quella previsione, l’attuazione concreta è ancora un sogno lontano. Eppure, non dobbiamo reinventare nulla: altre regioni come la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia hanno già introdotto questo strumento, e oggi possiamo imparare dalle loro esperienze per evitare errori e accelerare il nostro percorso.

Siamo tutti consapevoli che l’ostacolo principale è l’impatto che questa riforma avrebbe sulla finanza pubblica, che è di competenza statale. Tuttavia, la nostra Regione ha uno strumento importante che altre regioni non hanno: la negoziazione, sancita dalla legge sul federalismo fiscale e ribadita da numerose sentenze della Corte Costituzionale. Questo ci offre un’opportunità unica per portare avanti la questione del Comparto Unico in modo sostenibile dal punto di vista economico. Non si tratta solo di un’equiparazione economica, ma di una questione di equità e di crescita. Il Comparto Unico, infatti, risponde a una delle macrofinalità del Pnrr: creare un allineamento economico e sociale che offra pari opportunità di sviluppo a tutti i cittadini, in tutto il territorio sardo”.

Nei mesi scorsi, ad Alghero, in occasione degli stati generali del Cal, si parlò diffusamente del Comparto Unico – ha detto ancora Sanna -. La presidente Alessandra Todde, pur dichiarandosi favorevole all’istituzione del Comparto Unico, spense ogni facile entusiasmo annunciando che non sarebbe stato possibile istituirlo nell’arco di questa legislatura. Io lancio un appello che è un grido d’allarme: il tempo per attuare il Comparto Unico è adesso. Dobbiamo agire, in modo determinato ma consapevole, trovando un equilibrio tra le esigenze finanziarie e la dignità dei nostri dipendenti. Questa non è una scelta politica, è una necessità amministrativa e sociale.

È necessario – ha concluso il sindaco di Oristano – un impegno collettivo, una collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, affinché la Sardegna possa finalmente dotarsi di un sistema più equo e giusto per tutti. Bisogna scongiurare il pericolo del ripetersi di quanto sta già avvenendo nel sistema sanitario, duramente provato non solo dalla carenza di medici ma anche dalla forte attrattività dei principali poli a discapito delle realtà periferiche. È urgente intervenire con soluzione adeguate e tempestive che impediscano la crisi del sistema delle autonomie locali”.

Nella seduta odierna, la commissione regionale Autonomia, guidata da Salvatore Corrias (Pd), ha sentito anche gli amministratori straordinari delle Province di Oristano (Battista Ghisu), Nuoro, Gallura, Ogliastra, Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano, e della Città Metropolitana di Sassari, che hanno espresso apprezzamento per il percorso avviato dal consiglio per arrivare a un obiettivo che la Regione Sardegna rincorre da quasi 20 anni. “E’ una legge decisiva per dare gambe alle nuove Province e consentire alle Città Metropolitane di supportare i piccoli comuni – hanno detto i rappresentanti degli enti intermedi –; l’emergenza principale è oggi rappresentata dalla carenza di personale che non consente di svolgere al meglio le funzioni delegate”. Gli amministratori hanno manifestato preoccupazione per ciò che potrebbe succedere con l’entrata a regime delle nuove Province. “I numeri forniti oggi in commissione fotografano le difficoltà in cui si opera, e con questi numeri si può fare poco – hanno detto gli amministratori straordinari –; ben venga, quindi, la legge sul comparto unico di contrattazione. Può rappresentare la svolta per arginare la fuga dei dipendenti comunali e provinciali verso la Regione. Il problema è solo economico. Chi va via lo fa per avere stipendi più alti. Tra un dipendente della categoria C della Regione e uno degli enti locali c’è una differenza di circa 5.000 euro. I rappresentanti delle Province hanno sollecitato un percorso chiaro soprattutto sul fronte della contrattazione. Da questo punto di vista – hanno concluso – la costituzione in tempi rapidi della nuova agenzia Aras rappresenta un passaggio fondamentale”. “Le audizioni di questi giorni con le rappresentanze sindacali e territoriali ci hanno dato la consapevolezza che sul tema del Comparto Unico c’è condivisione e disponibilità da parte di tutti – ha detto il presidente della commissione Corrias–; abbiamo raccolto suggerimenti e proposte che ci torneranno utili per superare eventuali criticità. Il Comparto Unico è un obiettivo di legislatura che vogliamo raggiungere con il contributo di tutti”. Sul versante della dotazione finanziaria, su cui in questi giorni si sono fatte diverse ipotesi, Corrias ha chiarito che gli stanziamenti sono indicati in legge: 12 milioni di euro per il 2025 e altri 30 per il 2026. C’è, inoltre, la disponibilità della giunta ad inserire in manovra altri 30 milioni per il 2027. “La nostra proposta ribadisce lo spirito della legge 9 del 2006. La Regione deve garantire la perequazione economica compatibilmente con i propri bilanci. Le risorse ci sono – ha concluso Corrias –: la Sardegna avrà a disposizione 100 milioni all’anno dal 2022 per compensare il gap dell’insularità. Altre risorse arriveranno dalla riduzione della quota di compartecipazione della Sardegna alla finanza pubblica.

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Alessandro Solinas, eletto nell’Oristanese, è intervenuto a seguito del vertice, per fare il punto su progetti e lavori nel porto di Oristano-Santa Giusta, convocato dal Prefetto, con molti che si sono chiesti in base a quale competenza. “Ho appreso dalla stampa dell’esito della riunione tenutasi a Oristano, in Prefettura, durante la quale, in assenza di qualsiasi rappresentanza della Regione, si è discusso del porto industriale di Oristano e dello sviluppo della nostra provincia legato a tale infrastruttura di fondamentale importanza. Ritengo anzitutto – ha sottolineato Alessandro Solinas – che quando ci si trovi a discutere di sviluppo del territorio si commetta un errore dove si scelga, come già accaduto in passato, di non coinvolgere la rappresentanza oristanese eletta in consiglio regionale. Ricordo che negli ultimi anni la Regione è stata l’ente che maggiormente ha investito sull’infrastruttura consortile direttamente collegata al porto, stanziando ingenti risorse e programmando una serie di importanti interventi finanziati a valere sul fondo di sviluppo e coesione per quasi 30 milioni di euro. Pertanto, il coinvolgimento dell’ente intermedio Regione, democraticamente eletto e dotato di capacità finanziaria e programmatoria, indipendentemente da chi abbia la competenza diretta sulle infrastrutture portuali, è indispensabile. Non coinvolgere la Regione Sardegna escludendo i suoi rappresentanti, rischia di generare situazioni paradossali, in cui organi dello stato non elettivi si trovino ad affrontare situazioni e a prendere impegni che invece competono maggiormente o solamente alle prerogative di organi politici. Mi lascia perplesso – ha aggiunto Alessandro Solinas – il fatto che si voglia considerare un buon risultato la promessa di investire 25 milioni di euro sul porto di Oristano, somma che rappresenta meno del 5% dei circa 600 milioni di euro ripartiti dall’Autorità di sistema portuale con il programma triennale delle opere pubbliche 2024/2026, finanziamento concentrato principalmente su Cagliari e Olbia. Nel merito delle dichiarazioni rilasciate dal presidente Deiana ci tengo a dire che in qualità di amministratori di enti pubblici e non di aziende private – ha evidenziato Solinas – siamo tenuti a perseguire politiche di sviluppo e crescita, investendo anche dove non vi sia un diretto ed immediato riscontro economico, proprio per creare le condizioni affinché questo possa aversi in futuro a beneficio del tessuto produttivo del territorio. A tal proposito occorrono una seria e concertata strategia di sviluppo e una altrettanto seria e concertata programmazione delle risorse. Alla Sardegna è mancata per troppo tempo una strategia di sviluppo che adesso la giunta Todde si sta sforzando di attuare, tracciando la strada per il futuro della nostra Isola”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.