L’Associazione ex esposti amianto contesta l’assegnazione della “Bandiera verde”.
“Oggi, 28 aprile, è la “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto”. Intanto, in questi giorni, i pediatri italiani hanno assegnato la Bandiera verde alle spiagge a misura di bambino per qualità dell’acqua e della bontà dell’arenile (tra le altre, Torregrande Oristano, Is Arutas e Mari Ermi Cabras, Santa Giusta).
In Italia sono tante le spiagge premiate (134), e questo nonostante siano oggetto di interventi di bonifica ambientale per la presenza di amianto e altre sostanze inquinanti”. E’ quanto ha sostenuto, in una nota, Giampaolo Lilliu presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto.
“Ancora una volta tali premi – ha scritto Lilliu nel comunicato – confermano la gestione non trasparente delle valutazioni espresse, che hanno visto la partecipazione e il voto di oltre 2000 pediatri italiani che hanno assegnato la Bandiera verde”.
A nome dell’Associazione Lilliu si è detto fortemente preoccupato per come vengono gestiti i vari premi destinati alle località balneari, come per esempio la Bandiera blù (il premio assegnato dalla goletta verde), la Bandiera verde (assegnato dai pediatri), ecc., che, sempre secondo l’Associazione ex esposti amianto, verrebbero concessi con una certa superficialità, probabilmente senza una analisi conoscitiva.
Secondo Lilliu “…parrebbero scelte influenzate, il più delle volte, da interessi economici e interessi dovuti a sponsorizzazioni delle varie località in concorso, senza ricercare l’interesse dei cittadini, la tutela dell’ambiente e la difesa del diritto alla salute. L’Associazione – ha sostenuto ancora Lilliu – dopo l’assegnazione dei premi è intervenuta più volte, a vari livelli istituzionali, e persino nei confronti delle varie giurie, purtroppo con scarsi risultati”.
Il presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto ha, infine, annunciato che anche quest’anno consegnerà la “Bandiera nera 2017” alla spiaggia dove è stata accertata la presenza della fibra killer amianto, che ancora oggi uccide circa 4 mila persone tra esposti diretti e indiretti. “Non è escluso – ha detto Lilliu – che la “Bandiera nera” possa essere consegnata a una spiaggia che ha ricevuto laBandiera verde o la Bandiera blu”.
Aveva annunciato l’intenzione di presentarsi in carcere, proprio oggi, 28 aprile, festa del popolo sardo (Sa Die de sa Sardigna) per scontare, da “prigioniero politico” le condanne già passate in giudicato, ma Salvatore “Doddore” Meloni è stato fermato dai Carabinieri, dopo un breve inseguimento a sirene spiegate, sulla strada provinciale 292, un chilometro prima che arrivasse nel carcere oristanese di Massama. Meloni era alla guida della sua Fiat Punto rossa, con l’insegna della Repubblica di Malu Entu, assieme al suo legale, l’avvocato Cristina Puddu. Alcune pattuglie dell’Arma, come detto, lo hanno fermato e l’hanno poi preso in consegna. Meloni è stato portato al Comando dei Carabinieri di Oristano e poi trasferito al carcere di Massama, dove ha cominciato lo sciopero della fame e della sete. L’ordine di carcerazione che ha fatto scattare l’arresto fa riferimento ad una condanna a tre anni per reati fiscali passata in giudicato già lo scorso dicembre, e a una seconda condanna a un anno e otto mesi per false dichiarazioni nella pratica per il gratuito patrocinio pronunciata appena ieri dalla Corte di Cassazione e notificata ai Carabinieri a tempo di record, alla quale oggi se ne dovrebbe essere già aggiunta una terza a quattro anni ancora per evasione fiscale, per un totale di poco meno di dieci anni di carcere.
Ai sardi piace gustare la birra ma anche produrla. Per questo il settore birrario si espande registrando una crescita delle imprese e dei consumi. Infatti, alla fine del 2016 le aziende sarde registrate presso le Camere di Commercio erano 29, di cui 14 artigiane (il 48,3%). Rispetto al 2015 si contano 2 realtà in più mentre tra le artigiane (arco temporale 2009-2016) la crescita è stata di 6 unità. La provincia sarda che annovera il maggior numero di birrifici artigianali (13) è Cagliari, con 6 imprese artigiane e 7 imprese non artigiane. Segue Sassari con 7, Nuoro con 5 e Oristano con 4. Sono questi i dati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Sardegna, presentati al Bosa Beer Fest, nell’ambito del convegno internazionale “La birra artigianale: dalla qualità del prodotto agli sbocchi di mercato”, su fonte UnionCamere-Infocamere 2016. Dal dossier è anche emerso come in Sardegna, nel 2016, ben 723 mila persone abbiano consumato (raramente, stagionalmente o tutti i giorni) birra. Queste hanno rappresentato il 48,1% degli “over 11” della regione. Tale quota posiziona l’Isola al 12° posto su 20 nel ranking nazionale e in terza posizione, dopo Abruzzo e Puglia, tra le regioni del Mezzogiorno. Nel 2016, in media, le famiglie sarde hanno speso 50,9 milioni di euro per l’acquisto di birra (industriale o artigianale), pari a circa 72 euro a famiglia all’anno, ovvero circa 6 euro al mese. Come certificano questi dati, il settore in Sardegna cresce di giorno in giorno. Un mondo, quello dei piccoli birrifici, che arricchisce il territorio sardo, dove qualità e artigianato sono le coordinate fondamentali in cui s’inseriscono metodo di lavorazione, materie prime impiegate, nonché professionalità, passione ed eccezionale competenza dei maestri birrai artigiani. Quindi, un vero e proprio fenomeno culturale e un settore in espansione, ricco di opportunità e buone prospettive, che Confartigianato Imprese Sardegna ritiene sia il volano di una crescita di filiera, evoluta e dinamica, con impatti e ricadute benefiche trasversali che vanno dal mondo dei coltivatori sino all’indotto del turismo enogastronomico ed esperienziale. “Anche la positiva esperienza del Bosa Beer Fest, appena conclusa – ha sottolineato Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – evidenzia come il mondo della birra artigianale possa essere importante per il resto delle attività artigianali, commerciali e turistiche”. Come è emerso dal convegno organizzato dalla Confartigianato a Bosa, sarà possibile vincere la sfida del mercato se l’intero sistema locale (birrifici, altri produttori dell’alimentare, ristoratori, commercianti e consumatori), riusciranno insieme a valorizzare le birre artigianali abbinandole alla grande varietà e qualità dei prodotti alimentari sardi, e alla Sardegna in generale”.
Si chiama Gran Campidano, e sarà presente alla Fiera dell’Agricoltura, il nuovo formaggio prodotto esclusivamente con latte sardo dalla Cooperativa 3A di Arborea. Col Gran Campidano la 3A fa il suo ingresso nel grande mercato dei formaggi a pasta dura, dominato oggi dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano. Il Gran Campidano è un formaggio a lunga stagionatura (minimo 14 mesi) prodotto in forme da 38 chili esclusivamente con latte Arborea senza additivi e adatto anche a diete vegetariane perché ottenuto con caglio vegetale. Sui banchi di vendita sarà disponibile in forme intere, in porzioni da 1/4 e 1/8, in spicchi da 800 grammi e a cubetti in confezioni da 300 grammi. In busta grattugiato sarà proposto invece in confezione da 100 e da 500 grammi. Finora ne sono già state prodotte quasi 7 mila forme ed è destinato in particolare al mercato isolano. “Col Gran Campidano – hanno spiegato il presidente di Latte Arborea, Gianfilippo Contu, e il direttore generale, Francesco Casula, – intendiamo proseguire nel percorso di innovazione e diversificazione della produzione partendo dalla considerazione che fino ad oggi in Sardegna non esisteva una alternativa tutta sarda al Parmigiano e al Grana”.
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