Il Pd sembra intenzionato a far correre per un seggio sicuro in Parlamento anche Gavino Manca e Silvio Lai, nonostante siano accusati di peculato aggravato per l’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi nel consiglio regionale.
Il 13 febbraio prossimo il Gup di Cagliari deciderà, infatti, sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dall’accusa nei loro confronti. Non è che la cosa non si sapesse, ma la notizia ha travalicato i confini dell’Isola, visto che è stata ripresa da un giornale autorevole come “il Fatto Quotidiano”. E questo per il senatore e il consigliere regionale del Pd con ambizioni elettorali non costituisce di certo una buona pubblicità. Ma, indignazione dell’opinione pubblica a parte, considerato che per il Pd renziano la questione morale è sempre stata considerata un optional, l’accusa di peculato, con tutta probabilità, non costuituirà un ostacolo per la loro candidatura.
Questo l’articolo su “il Fatto Quotidiano:
“Il prossimo 13 febbraio dovranno comparire davanti al giudice per le indagini preliminari di Cagliari. Il motivo? Sono accusati di peculato aggravato per l’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi nel consiglio regionale sardo. Il Pd, però, è pronto a candidarli – o ricandidarli – alle politiche del 4 marzo prossimo. E in due collegi considerati sicuri. In casa dem, dunque, rischia di scoppiare un nuovo caso Barracciu, l’ex sottosegretaria alla Cultura costretta alle dimissioni dopo essere stata coinvolta in una vicenda simile.
Secondo l’agenzia Ansa, infatti, in Sardegna il partito di Matteo Renzi sembra intenzionato a far correre per un seggio in Parlamento anche Gavino Manca e Silvio Lai. Il primo è un consigliere regionale, vicinissimo al ministro dello Sport, Luca Lotti: dovrebbe essere titolare del collegio proporzionale per la Camera di Sardegna Nord. Si tratta di uno dei tre seggi considerati sicuri sull’isola per l’approdo a Montecitorio. In questo senso, raccontano i retroscena, l’intervento di Lotti è stato fondamentale per assicurare al suo protetto un posto blindato. Diversa la vicenda di Lai, ex bersaniano e senatore in carica che dovrebbe tentare il ritorno a Palazzo Madama correndo all’uninominale di Sassari – Olbia.
Piccolo problema: su entrambi pende una richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Marco Cocco. Il pm ha chiesto di processare trenta consiglieri regionali di centrosinistra, in carica tra il 2004 e il 2009: sono accusati di peculato aggravato e continuato per l’utilizzo irregolare dei fondi destinati ai gruppi in consiglio regionale.
Nel dettaglio, secondo La Nuova Sardegna, a Lai viene contestato di non aver giustificato la spesa di 81.585 euro, mentre a Manca mancherebbero le pezze d’appoggio su 52 mila euro. Tutti o quasi gli indagati dell’inchiesta hanno sostenuto di non aver rendicontato il denaro utilizzato con i fondi del gruppo perché la presidenza del consiglio regionale non richiedeva i giustificativi.
Una vicenda simile a quella di Francesca Barracciu, che nel 2013, dopo essere finita indagata in un altro filone della stessa inchiesta sui fondi ai gruppi regionali sardi, aveva dovuto rinunciare alla candidatura a governatore della Sardegna, nonostante avesse vinto le primarie. Poi, dopo il rinvio a giudizio, si era dovuta dimettere da sottosegretaria. Una nomina che era arrivata mentre l’indagine era ancora in corso. Nel dicembre del 2017, quindi, Barracciu è stata condannata a 4 anni in primo grado per peculato aggravato.
La stessa accusa contestata a Lai e Manca, sui quali, invece, il gup Roberto Cau deciderà il prossimo 13 febbraio. Quando le liste per le politiche saranno ormai chiuse, potrebbero trovarsi con un rinvio a giudizio. Ma saranno ormai tra i candidati di punta del Pd in Sardegna”. (il Fatto Quotidiano, 25 gennaio 2018).
Intanto si sta definendo, a Roma, la lista di candidati del Pd da spalmare nei dodici collegi della Sardegna. Oggi è in programma la direzione nazionale e tra domenica e lunedì vanno presentate le liste nelle circoscrizioni. La situazione è, però, ancora di stallo, visto che la commissione elettorale formata da membri delle tre correnti sarde non ha indicato nessuna rosa. Per questo motivo il confronto si è spostato a Roma, dove non c’è solo il segretario regionale, Giuseppe Luigi Cucca, ma anche Renato Soru ed esponenti della corrente di Cabras, come l’indagato Silvio Lai (sic!) e Pietro Morittu. Da tre, per motivi prettamente elettoralistici, le fazioni sono ora diventate due: soriani e popolari-riformisti da una parte, e renziani dall’altra. I primi sostengono che la commissione avesse il compito di fare una proposta complessiva, stabilendo criteri che garantissero il pluralismo nel proporzionale e nei collegi uninominali, e puntano il dito sui renziani che “…ostinatamente si sono rifiutati di riconoscere a ogni sensibilità la possibilità di essere rappresentata tra i tre capilista, rispettosa del pluralismo interno”. Una posizione che le due aree (soriani e popolari-riformisti) hanno manifestato ieri, a Oristano, in una direzione autoconvocata. Il segretario regionale, d’altra parte, è a Roma senza la rosa di nomi. “Dopo tre incontri – ha scritto Cucca in una lettera indirizzata ai dem sardi -, la commissione non ha elaborato nessuna proposta perché alcune componenti hanno chiesto di definire prioritariamente i capilista, subordinando a questa scelta l’indicazione dei nomi dei possibili candidati nei collegi uninominali, così come richiesto dal nazionale. Ecco perché mi sono recato a Roma senza avere in mano alcuna ipotesi sulla composizione delle candidature in Sardegna”. Cucca ha poi lanciato un appello alle altre componenti perché rivedano la loro posizione.
Fin dai primi vagiti abbiamo ribattezzato LeU, il sedicente “nuovo” soggetto politico, “Liberi e Uguali…al Pd”, considerati i vari personaggi che compongono quella che abbiamo sempre considerato come una mini fotocopia del Partito democratico. E quanto sta accadendo per la formazione delle liste ci sta dando pienamente ragione. Dopo la prevedibile imposizione romana di un “paracadutato” (tale Claudio Grassi) come capolista del collegio proporzionale sud Sardegna per la Camera, sono infatti arrivano le prime defezioni da parte di potenziali candidati sardi. Il primo a rinunciare è stato il deputato uscente Michele Piras (Mdp). A seguire hanno ritirato la propria disponibilità alla candidatura anche gli esponenti di Possibile, a partire dal segretario regionale Thomas Castangia. “Prendiamo atto della candidatura di Claudio Grassi nella nostra Isola, nonostante una proposta unitaria da parte di tutti i dirigenti di Liberi e Uguali della Sardegna che prevedeva solo candidati sardi – ha scritto Castangia in una nota-. Abbiamo condiviso una proposta che pur di salvaguardare il principio della territorialità delle candidature non vedesse nessuno del nostro partito nelle posizioni apicali delle liste. Non avevamo chiesto alcuna poltrona ma il semplice rispetto del principio di territorialità votato a Roma. Per noi – ha concluso Castangia – sono valori non negoziabili il rispetto della nostra autonomia politica e la necessità che a rappresentare la Sardegna siano parlamentari sardi. Per questo motivo abbiamo deciso di ritirare la nostra disponibilità alla candidatura”.
Tra i tanti simboli presentati per le elezioni politiche del 4 marzo non ci sarà quello dei Riformatori. I discepoli di Segni non hanno rinunciato volutamente al simbolo come hanno fatto i sardisti che, come sostengono molti, hanno barattato simbolo e ideali per un posto in Parlamento, ma hanno deciso di non presentarsi alle elezioni. “Siamo fuori – ha dichiarato il coordinatore regionale del partito, Pietrino Fois -. Non accettiamo i collegi uninominali che ci propongono e non faremo liste nel proporzionale. La coalizione di centrodestra non ha tenuto conto, in nessun modo, delle nostre richieste”. La decisione dei Riformatori è maturata dopo il vertice di Arcore, al quale hanno preso parte Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia di Fitto e Cesa, la cosiddetta quarta gamba dei centristi. “Noi con l’Italia – ha spiegato Fois – ha perorato la nostra causa, cercando di far capire che, in Sardegna, i Riformatori e Udc assieme diventano il secondo partito della coalizione dopo Forza Italia. Ma, evidentemente, non c’è stato nulla da fare”.
Dopo 2 anni e mezzo di amministrazione straordinaria, il prossimo 27 marzo le Province sarde andranno al voto per eleggere i nuovi amministratori. Con il decreto n. 6 del 23 gennaio 2018, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha indetto le consultazioni elettorali, ponendo fine ad un periodo di incertezza di governo degli enti provinciali che ha interessato la Sardegna sin dal giugno 2015, mentre nel resto del territorio nazionale gli enti provinciali sono stati amministrati, da subito, da sindaci e consiglieri comunali, così come stabilito dalla legge Delrio. Anche in Sardegna saranno elezioni di secondo livello, quindi con il corpo elettorale attivo e passivo composto unicamente da sindaci e consiglieri comunali dei comuni ricompresi nel territorio di ciascuna provincia. Sono eleggibili alla carica di presidente, i sindaci dei comuni della provincia, il cui mandato non scada prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Sono eleggibili, invece, alla carica di consigliere provinciale, i sindaci e i consiglieri comunali dei comuni di ciascuna provincia. Il consiglio provinciale di Oristano sarà composto dal presidente e da dieci consiglieri. L’ufficio elettorale che dovrà garantire il corretto svolgimento di tutte le procedure legate alla consultazione elettorale sarà costituito con apposito provvedimento dall’Amministratore straordinario dell’ente, Massimo Torrente.
Al termine della riunione, in Prefettura, della Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, che ha partecipato all’incontro, ha espresso soddisfazione per l’approvazione del progetto della Sartiglia 2018. “Al di là di alcuni particolari da limare – ha detto Lutzu -, c’è stata condivisione sugli aspetti più importanti del progetto, legati alla sicurezza, alla sanità, alle vie di esodo, e al conteggio del pubblico che sarà realizzato con un sistema di controllo a lettore ottico. Ci saranno 11 varchi (5 alla stella e 6 alle pariglie), mentre la capienza sarà di 10.378 spettatori (di cui 8.060 in piedi) per la corsa alla stella, e 11.729 (10.719 in piedi) alle pariglie”.
Sabato 27 gennaio, in occasione della “Giornata della Memoria”, alle 9, nel giardino della scuola secondaria di 1° grado “Leonardo Alagòn”, a Oristano, si terrà la messa a dimora dell’Albero di Anna, un giovanissimo castagno, consegnato per l’occasione dalla Agenzia Forestas. L’albero verrà accudito dalla scuola per ricordare la Giornata e la figura di Anna Frank (1929-1945). La “Giornata della Memoria” è stata istituita per ricordare lo sterminio nazista degli ebrei, degli zingari, dei serbi, sinti, oppositori del nazismo di tutte le nazionalità, omossessuali, persone definite “anti-sociali” (mendicanti, vagabondi, venditori ambulanti), delinquenti abituali. La data del 27 gennaio non è casuale: in quel giorno, nel 1945, veniva infatti liberato il campo di sterminio di Auschwitz e si poneva fine a una terribile pagina della storia. L’amministrazione comunale di Oristano con la messa a dimora di un castagno nel giardino della scuola “L. Alagon”, vuole ricordare Anna Frank, una tra i milioni delle vittime della furia nazista. L’albero è quello che Anna vedeva dalla finestrella del suo nascondiglio e che ha ispirato alla ragazza alcune pagine del famoso diario. La manifestazione, alla quale partecipano il sindaco di Oristano e tutti gli alunni, i docenti e il personale della sede scolastica, si pone come un momento di riflessione collettiva per affermare che non ci possono essere discriminazioni fra i cittadini di nessun tipo: religione, sesso, razza, credo politico e condizioni personali e sociali, come è detto nell’articolo 3 della Costituzione. Accanto al castagno sarà posta una targa ricordo, a memoria della giornata. Gli alunni leggeranno alcune pagine del diario e una breve riflessione. L’Istituto comprensivo n° 4 ogni anno organizza diverse manifestazioni per ricordare quanto è accaduto. La dirigente, Giuseppina Loi, ritiene ineludibile dal percorso formativo scolastico la trattazione di questo periodo storico, specialmente in questi tempi in cui emergono le tensioni sociali dovute all’attuale processo immigratorio. Il curricolo di educazione alla cittadinanza dell’Istituto è finalizzato a promuovere i fondamentali valori sociali e a far acquisire agli alunni comportamenti eticamente corretti, improntati al rispetto degli altri, alla solidarietà e alla legalità. Dopo lo scoprimento della targa, che commemora Giornata e titolazione, alunne ed alunni interverranno con letture brevi, in tema con la ricorrenza e con i valori etici dell’evento. Saranno, inoltre, piantumati ulteriori alberi, per arricchire lo spazio a verde della scuola. Dopo l’introduzione della dirigente scolastica prenderà la parola l’assessore Gianfranco Licheri, mentre il sindaco, Andrea Lutzu, interverrà al termine della cerimonia.
Continuano gli incontri, organizzati dall’Associazione regionale ex esposti amianto, con gli studenti degli istituti della provincia di Oristano, per promuovere il concorso sul tema “amianto e scuole” (la locandina del concorso è presente in tutti gli istituti scolastici). L’ultimo confronto è stato quello con gli studenti dell’Istituto Magistrale di Oristano. Nel corso di un’assemblea molto partecipata sono stati illustrati i temi del concorso e le motivazioni che hanno spinto l’Associazione ex esposti amianto a promuovere il progetto. Tra i vari motivi, uno per l’Associazione ha particolare importanza, in particolaree cioè quello di sensibilizzare i giovani che si affacciano al mondo del lavoro perché non scambino mai la busta paga con il diritto al lavoro nella massima sicurezza e con il diritto alla salute. Tra i tanti argomenti di cui si è discusso durante l’incontro, la battaglia di civiltà per la salute e la salvaguardia dell’ambiente, promossa negli anni ‘80/90 dai lavoratori del settore cemento-amianto, che avevano restituito la busta paga per affermare diritti e valori indispensabili per una vita dignitosa, e per tutelare loro e le nuove generazioni. La lotta dai lavoratori aveva poi portato, dopo tanti sacrifici, a mettere al bando la fibra killer, e alla chiusura dei due stabilimenti della morte: la Sardit di Oristano e la Cema Sarda di Marrubiu. L’Associazione regionale ex esposti amianto ricorda che presso la sede di via Carlo Meloni 2/a, a Oristano, sono a disposizione documenti e immagini, oltre alla disponibilità degli ex esposti amianto a ricordare la vertenza attraverso la loro memoria storica.
In piazza Giovanni Paolo II, a Oristano, sono stati abbattuti due pini pericolanti. Si tratta di due grandi alberi con radici affioranti e decorticate che, nonostante siano stati sottoposti a una buona manutenzione, erano a rischio di crollo. Uno, presentava un fusto dritto ma aveva una grossa ferita dovuta presumibilmente a un fulmine, l’altro aveva il fusto inclinato e fibre compresse in seguito all’inclinazione. La pericolosità dei due pini, con un elevato indice di rischio, è stata accertata da una società specializzata, la Leman di Ittiri che, su incarico della Oristano servizi, tra settembre e dicembre del 2017 ha effettuato una campagna di monitoraggio con verifiche sulle condizioni di stabilità delle alberature della città e ha suggerito l’abbattimento dei due esemplari. “Siamo intervenuti per garantire la sicurezza dei cittadini, ma provvederemo quanto prima a sostituire i due pini pericolanti con altre alberature”, ha assicurato l’Assessore all’Ambiente del comune di Oristano, Gianfranco Licheri. L’esecuzione dei lavori per la rimozione dei due pini ha imposto la chiusura al traffico di un tratto di via Vittorio Emanuele, via Duomo e via Ciutadella de Menorca.
5 comments
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non capisco chi si meraviglia che prima delle elezioni succedano tanti casini. in questo grandi e piccoli partiti sono uguali: tutti contro tutti e guerra senza esclusione di colpi. per carità.
Ha ragione Pig, Leu è solo la brutta copia del Pd. Un’accozzaglia di partitini che si comportano come si comportavano prima le correnti del Pd, mettendo davanti a tutto la poltrona.
Dopo tanto cinema per la Sartiglia adesso sono tutti contenti, compreso il Questore. Speriamo che lo promuovano presto!
È normale, le candidature nel P.D.I. passano attraverso alcuni requisiti principali tra cui essere indagati……
Caro Pig, hanno ragione quelli che sostengono che nel Pd avere a che fare con la Giustizia fa curriculum.