“Diabete in cammino”: il movimento come strumento di prevenzione e cura del diabete.
Tre ore di esercizio fisico alla settimana sono efficaci non solo per prevenire il diabete, ma anche per curarlo meglio.
Da questa semplice constatazione è nata, otto anni fa, l’idea di lanciare un’iniziativa che testimoniasse sul campo i benefici del movimento, capace di abbattere fino al 50% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, e di ridurre sensibilmente le complicanze della malattia. Ha così preso forma la ultramaratona a tappe “Diabete in cammino… prevenire e curare”, organizzata dal Servizio di Malattie metaboliche e diabetologia dell’Ats-Assl di Oristano, in collaborazione con la sezione sarda dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici, e il patrocinio dell’università di Sassari, il primo esperimento del genere in Italia giunto, come detto, all’ottava edizione.
Dal 28 aprile al 1° maggio medici, infermieri, psicologi della Assl oristanese, guidati dal responsabile del Servizio di Malattie metaboliche e diabetologia, Gianfranco Madau, fianco a fianco con i pazienti diabetici e con altri volontari, indosseranno tuta e scarpe da ginnastica e si metteranno in marcia per un percorso a tappe di quattro giorni, che attraverserà la Nurra, toccando alcuni tra i più suggestivi paesaggi della Sardegna, partendo dall’Argentiera, passando per Stintino, l’isola dell’Asinara, Porto Ferro e Porto Conte, per un totale di circa 100 chilometri. Accanto a loro, testimonial dell’iniziativa come in altre precedenti edizioni, sarà anche il direttore della Ats-Assl di Oristano, Mariano Meloni.
Ogni giornata si aprirà con una riunione, in cui i diabetologi individueranno la terapia insulinica personalizzata che i marciatori diabetici dovranno praticare a ogni pasto, in relazione al calcolo dei carboidrati e all’attività fisica da svolgere. Sarà compilato un diario di viaggio personalizzato, che permetterà di rilevare come nei soggetti affetti da diabete l’attività fisica permetta di migliorare la sensibilità insulinica. Ogni due ore di cammino è prevista una sosta di mezz’ora, per verificare l’andamento delle glicemie ed apportare eventuali correzioni nel dosaggio dell’insulina. Al termine della giornata saranno elaborati e discussi tutti i dati raccolti nei diari personalizzati, in cui saranno annotati i dati relativi alla terapia ed al regime alimentare adottati.
Nella quattro giorni si testerà come il movimento sia capace di incidere positivamente sulla terapia e sulla qualità della vita delle persone con diabete. Gli studi epidemiologici condotti su pazienti insulino-dipendenti hanno, infatti, dimostrato che esiste un rapporto inversamente proporzionale tra attività fisica e complicanze microvascolari, molto comuni nei soggetti diabetici, e che i pazienti che effettuano un allenamento regolare vivono più a lungo di quelli inattivi.
Ma lo storico appuntamento del Servizio di Diabetologia della Assl di Oristano servirà anche a richiamare l’attenzione sull’importanza del movimento come strumento di prevenzione. Il diabete di tipo 2 negli ultimi vent’anni ha subito un incremento inarrestabile, a causa di un eccesso alimentare associato a una scarsa o nulla attività fisica. La sedentarietà è una delle principali cause di morte prevenibile a livello mondiale e il più insidioso fattore di rischio, oltre che per il diabete, anche per le cardiopatie ischemiche, gli ictus, il cancro del colon e del seno. E poi ancora ipertensione, osteoporosi, tromboflebite, morbo di Alzheimer e disturbi come depressione ed ansia: malattie che nel complesso riducono notevolmente la prospettiva di vita. Di contro, è stato calcolato che praticare regolarmente attività fisica significa guadagnare almeno sei anni di vita.
Non è un caso che l’iniziativa nasca a Oristano, provincia che registra circa 9.000 casi di persone affette da diabete di tipo 1 o 2 (una delle percentuali più alte d’Italia), dove esiste ancora una larga fetta di popolazione a cui la malattia non viene diagnosticata. Un rischio, questo, perché i soggetti che non sanno di aver sviluppato la malattia continuano ad adottare stili di vita sbagliati, sia per ciò che riguarda il regime alimentare che il movimento.
Per far emergere i casi di pazienti non diagnosticati e intercettare i soggetti a rischio, così da correggere il loro stile di vita prima che evolva nella malattia, negli anni scorsi la ex-Asl di Oristano insieme a quella di Lanusei, aziende pilota a livello regionale, aveva promosso uno screening attraverso un questionario distribuito da medici di famiglia, farmacie, ambulatori di Igiene pubblica e servizi ospedalieri di Diabetologia e Cardiologia a tutte le persone consenzienti dai 35 anni in poi. Dalle oltre 6000 schede raccolte era emerso che l’81% dei partecipanti all’indagine erano ad alto rischio di contrarre la malattia. Pressione alta, familiarità con pazienti diabetici, sedentarietà, obesità e sovrappeso i fattori di rischio più presenti fra la popolazione oristanese, peraltro prevenibili attraverso l’adozione di stili di vita corretti.
“La vera arma per vincere questa malattia, prima ancora che farmacologica, è culturale – è il messaggio dei diabetologi oristanesi – ; occorre un radicale cambiamento nel nostro stile di vita, che passi per un’alimentazione più sana e soprattutto per una costante attività fisica. Questo è il messaggio della nostra “ultramaratona”, che ci piacerebbe non si limitasse a quattro giorni all’anno, ma entrasse nella quotidianità di ciascuno”.
“Sold out” al cimitero della frazione oristanese di Donigala, progettato nel lontano 1935, per accogliere le salme dei residenti della frazione, poi ampliato nel 1972. Ma oggi il cimitero di Donigala fa registrare il tutto esaurito. Lo ha segnalato, in una interrogazione, il consigliere comunale di Oristano Giudepp Puddu (Udc), che, tra l’altro, ha fatto notare come le pensiline dei loculi esistenti si trovino in uno stato di deterioramento tale da rappresentare un serio pericolo per l’incolumità dei visitatori del cimitero, e come l’erbaccia regni indisturbata tra i vialetti e le tombe dei defunti. “Preso atto che la giunta comunale – ha scritto Puddu nell’interrogazione – ha approvato, nel novembre 2017, il progetto di fattibilità tecnica ed economica per i “Lavori di realizzazione di una batteria di 60 loculi nel cimitero di Donigala Fenughedu” (che tra l’altro prevede la sistemazione delle criticità rilevate)”, Puddu ha chiesto di conscere: 1) se l’amministrazione sia a conoscenza che, nel cimitero della frazione di Donigala Fenughedu siano, da tempo, esauriti i posti per le tumulazioni; 2) se sia a conoscenza che, al cimitero della frazione di Donigala Fenughedu non sia prestata la dovuta attenzione; 3) perche ad oggi non sia stata ancora realizzata la prevista batteria di 60 nuovi loculi ed i relativi lavori programmati con l’assunzione della delibera di giunta del 14 novembre2017; 3) come, cosa e in quali tempi l’amministrazione intenda soddisfare le necessità dei concittadini di Donigala che vogliono tumulare i loro cari nel cimitero della loro frazione, e quali provvedimenti intenda assumere, nell’immediato, per garantirne il giusto e costante decoro.
Il 27 e 28 aprile (Sa Die de sa Sardigna), le scuole di Santu Lussurgiu, Bonarcado, Seneghe e Cuglieri il Consiglio di Istituto hanno deciso di rinunciare alla sospensione delle attività didattiche in favore di iniziative celebrative. Una scelta strategica “controcorrente”, rispetto alla consueta vacanza, utile per diffondere non soltanto le conoscenze relative alla celebrazione de Sa Die de sa Sardigna ma soprattutto i valori che dalla storia sono scaturiti. Il programma delle manifestazioni prevede, fra l’altro, il 27 aprile, a partire dalla 9.30, il gemellaggio tra la scuola secondaria di Santu Lussurgiu e quella di Bono, con visione dei video “Giomaria Angioi” prodotto dalla scuola di Bono, e “Michele Obino” prodotto dalla scuola di Santu Lussurgiu”. A seguire, ci sarà un intervento sulla storia musicale sarda: le launeddas, e vari intermezzi musicali. Il 28 aprile, invece, si terranno attività didattiche aperte al territorio, finalizzate alla celebrazione della giornata, che vedranno protagoniste le scuole d’infanzia, primaria e secondaria dei quattro paesi che hanno aderito all’iniziativa.
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