Nov 27

Maninchedda (PdS): “Per il Pd è prima noi (il Pd), poi i Sardi. No, compagni, prima i Sardi poi voi”.

“Non serve commentare metodi e parole con cui il Pd sta cercando di partecipare a questa fase politica. È tempo perso: soliti metodi, solite parole.

Serve invece notare con piacere che il primo scontro politico dei prossimi mesi cade sotto il segno della paura e del fugone, e quando si scappa una volta, si impara a scappare sempre.

Il 20 gennaio ci saranno le suppletive di Cagliari. Accadrà che in tutta la Repubblica italiana ci sarà un solo collegio, Cagliari, in cui si ripeteranno le elezioni politiche: questo luogo coincide con l’area metropolitana o giù di lì. Che fa il Pd? Non impegna il sindaco metropolitano nelle elezioni che inevitabilmente parleranno della sua politica, ma lo sposta sulle elezioni sarde, e lo fa per giunta in perfetta solitudine, perché limita la coalizione a se stesso e impone il candidato. Non contento di ciò, lo indica anche come successore di Pigliaru, cioè lo colloca nel continuismo delle politiche della sanità, della subordinazione ai governi italiani, della continuità con la buona scuola e con i referendum di Renzi.

Perché accade tutto questo?Perché questa parte della sinistra ha da sempre una gerarchia inversa: prima il partito poi la Nazione Sarda (nel documento della direzione del Pd non c’è mai alcun riferimento alla Nazione Sarda; Pietro Pittalis li supera a destra e a sinistra). È un modo di ragionare perverso: prima noi (il Pd), poi loro (i Sardi). È un pensiero che affonda le radici nel carrierismo dei notabili Dc (“Prima noi”, dicevano i Cossiga e i Segni, “poi loro”, i Sardi) ma anche nella incommensurabile superbia dei capi del Pci che professavano la salvezza della Sardegna nell’unità con la classe operaia del mondo, opportunamente e solo se guidata da loro (Sergio Atzeni, ne Il quinto passo è l’addio ritrae questa oligarchia superba nel deputato scorreggione che trucca il concorso alla Rai).

Questa volta si cambia. Se molti sardi si pronunceranno per la Nazione, le elezioni sarde non saranno più sotto il segno della banale alternanza tra una proposta di centrodestra e di centrosinistra (il Pd, unico sopravvissuto), ma sotto il segno del cambio del potere, della struttura del potere, non di chi lo esercita.

Chiediamo aiuto a tutte le persone che pensano con la propria testa. È in atto la vecchia strategia per cui la destra e la sinistra italiane gridano “Al lupo, al lupo” per indurre i sardi a votare o l’uno o l’altro. Togliatti e De Gasperi alla fine cercavano voti l’uno per l’altro perché usavano la paura dell’altro per avere voti senza meritarlo. Così sta accadendo oggi in Sardegna. Se invece dal 6 al 16 dicembre in tanti diremo che la Sardegna è una Nazione, il passo successivo può essere che per me sia il carcere (sto preparando la rivolta fiscale e giovedì ne parlerò alla Corte del sole, ore 18, Sestu; sono un professore né vecchio né giovane, non ho più ambizioni personali, voglio combattere per cambiare la storia, non per cambiare la mia vita) ma per loro è il pensionamento, perché nascerebbe un mondo completamente nuovo. Chiedo aiuto a giovani e vecchi: facciamo la scelta giusta, non sotto il segno della paura, ma sotto il segno della nostra libertà”. ( Paolo Maninchedda, segretario Partito dei Sardi).

Sono stati 1453 gli aderenti al M5S che hanno votato sulla piattaforma Rosseau per scegliere il candidato alla presidenza della Regione. Dopo la votazione sono arrivati alla “finalissima”: Francesco Desogus, 58 anni, di Sestu, impiegato presso la biblioteca metropolitana di Monte Claro, a Cagliari; Marcello Cherchi, insegnante sassarese, di 52 anni; Donato Forcillo, 31 anni, ex assessore comunale a Porto Torres; Gianluca Mandas 38 anni, vicesindaco di Assemini; Anna Sulis, quarstese di 56 anni, dipendente dell’Aspal. Da questi cinque nomi 5 nomi uscirà il candidato governatore per i Cinquestelle, attravero una nuova votazione da parte degli iscritti alla piattaforma Rousseau del M5S.

Ci sono le prime certezze sulle liste delle Regionali 2019, una carica di aspiranti consiglieri che sarà distribuita negli otto collegi elettorali in cui è divisa la Sardegna.I candidati per ogni partito saranno sessanta, così divisi: venti a Cagliari; dodici a Sassari; sei (per parte) a Nuoro, Oristano e in Gallura; quattro nel Sulcis e nel Medio Campidano; due in Ogliastra. Al momento i nomi sicuri arrivano quasi tutti dal centrodestra che venerdì si riunisce a Barumini per mettere il sigillo alla leadership. Per via di alcune frizioni interne, la Lega ha deciso un supplemento di confronto sull’investitura di Christian Solinas, avvenuta per acclamazione al congresso del Psd’Az. Ma gli undici partiti della coalizione stanno andando avanti con la definizione delle liste. E proprio dai Quattro Mori filtra il primo nome di peso per la lista Lega-Psd’Az: è il giornalista Ignazio Artizzu, ex An, volto di Rai Tre Sardegna, il più votato nella storia del Consiglio regionale con 10.400 preferenze raccolte nel 2009. Artizzu correrà nel collegio di Cagliari, dove sono certe anche le candidature di Gianni Chessa, ex assessore comunale ai Lavori pubblici, e Nanni Lancioni, consigliere regionale uscente. In corsa pure due ‘acquisti’: Alessandro Sorgia, ex Unidos, e l’azzurro Stefano Schirru, entrambi esponenti dell’assemblea civica del capoluogo. Nel Psd’Az è passata pure Tiziana Terrana, anche lei ex di Forza Italia, monserratina, attuale titolare dell’Ambiente nella giunta Delunas a Quartu, lì dove il movimento Sardegna 20Venti guidato da Stefano Tunis, consigliere regionale azzurro, ha ‘strappato’ ai sardisti una candidata: si tratta di Federica Angius, ex esponente dell’assemblea civica nonché ex segretaria cittadina dei Quattro Mori. Sempre con Sardegna 20Venti si presenteranno alle urne due sindaci del Sud Sardegna: Francesco Spiga, fascia tricolore a Vallermosa, e Alessandro Corongiu, primo cittadino a Pimentel. Nella circoscrizione di Cagliari si ricandida anche Giorgio Oppi, il grande capo dell’Udc sarda. La Lega ha scelto Dario Giagoni, geometra di Santa Teresa, classe ’79, come capolista in Gallura (Giagoni è il vicecommissario regionale). Nell’Oristanese sarà invece il medico del 118, Annalisa Mele, a guidare la lista Carroccio-Psd’Az che a Cagliari potrebbe candidare – tra gli altri – Andrea Piras, il coordinatore dei giovani leghisti. A Nuoro il numero uno della lista sarà Pierluigi Saiu, altro ex di Forza Italia primo nome a essere ufficializzato nelle scorse settimane.Tre uomini e tre donne sono le certezze dei Riformatori nel collegio di Cagliari, dove corre innanzitutto il consigliere regionale uscente Michele Cossa. Insieme a lui anche i due esponenti dell’Assemblea civica, Giorgio Angius e Raffaele Onnis. E poi Marinella Spissu, dirigente al Brotzu, e le vicesindache di Selargius e San Sperate, Gabriella Mameli e Germana Cocco. In Gallura in corsa coi liberal democratici ci sarà con certezza l’ex An Matteo Sanna, anche lui ex della massima assemblea sarda con preferenze da record: 5.800 nella provincia di Olbia-Tempio, sempre alle elezioni del 2009. Dal Consiglio comunale di Cagliari tentano la scalata all’assemblea regionale anche due esponenti dei Fratelli d’Italia: sono Pierluigi Mannino e Alessio Mereu. Forza Italia riparte dagli uscenti per le liste delle Regionali 2019: quindi Alessandra Zedda, Edoardo Tocco e Alberto Randazzo su Cagliari; Marco Tedde e Antonello Peru nel Sassarese; Giuseppe Fasolino in Gallura; Stefano Coinu nel Nuorese; Oscar Cherchi nell’Oristanese. La Zedda e Tocco sono anche in lizza per le suppletive con le quali andrà scelto il sostituto del dimissionario Andrea Mura alla Camera. La spunterà uno solo perché il collegio è uninominale e prevede un unico candidato per coalizione. Sul fronte di massimo Zedda, a capo dello schieramento civico-politico collocato nel perimetro del centrosinistra, il nome certo è quello di Francesco Agus, attuale consigliere del Campo progressista Sardegna. La scelta porta con sé più di un significato: Agus, ex Sel come il sindaco di Cagliari, fa parte del gruppo politico di Zedda che nel 2011 vinse le primarie del centrosinistra e poi le Comunali del capoluogo, e nel 2016 ha incassato il successo bis in Municipio. Agus è la parte politica della coalizione, mentre nel terreno civico si sta lavorando, filtra dall’entourage di Zedda, anche a una lista di under 30, formata da studenti universitari e giovani professionisti. Come Forza Italia, pure il Pd ha deciso di riconfermare gli uscenti. E sono sedici i consiglieri che non rientrano nel limite delle tre legislature imposte dallo statuto dem: su Cagliari Cesare Moriconi, Gigi Ruggeri, Piero Comandini, Valter Piscedda e Lorenzo Cozzolino; nel Sulcis il capogruppo Pietro Cocco; nel Medio Campidano Rossella Pinna e Alessandro Collu; a Nuoro Roberto Deriu e Daniela Forma; a Sassari Gianfranco Ganau, Luigi Lotto e Raimondo Cacciotto; in Gallura Giuseppe Meloni; a Oristano Antonio Solinas e Gianmario Tendas. Solo Franco Sabatini, che sta concludendo la sua terza legislatura, è fuori dalle candidature. Nessun nome arriva invece da Autodeterminatzione, il cartello indipendentista guidato da Andrea Murgia e di cui fanno parte RossoMori, Irs, Sardigna Natzione, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes e Radicales Sardos. “Sulle candidature – dice il segretario Marco Pau – stiamo ancora ragionando, abbiamo un incontro a breve. Posso solo dire che ci saranno molte sorprese”. Tutta da definire anche la partita in casa Pds: il Partito dei sardi deve prima chiudere le Primarias, previste dal 6 al 16 dicembre. Gli aspiranti consiglieri di M5s si conoscono da agosto. La rosa di 60 nomi è tuttavia incompleta: per un errore nella presentazione delle candidature, i Cinque Stelle hanno annunciato a settembre una nuova consultaione nei collegi di Olbia e Sassari. E poi mancano due donne: una nel collegio di Oristano e l’altra nel Medio Campidano, senza le quali le liste diventano invalide, visto che la modifica della legge elettorale votata lo scorso novembre ha imposto la perfetta rappresentanza dei due generi, con un uguale numero di uomini e di donne. Un principio questo che nella provincia di Sanluri-Villacidro si è tradotto con una lista da quattro, ma in questa circoscrizione gli eletti saranno tre. A cui si aggiungono i 20 di Cagliari, i 12 di Sassari, i sei (per ciascun collegio) di Nuoro, Oristano e Gallura più i quattro del Sulcis e i due dell’Ogliastra. Il 60° componente dell’Assemblea regionale è infatti il governatore. (Alessandra Carta, www.sardiniapost.it).

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