A Oristano non piove da tre settimane ma in parte della città l’acqua non è ancora potabile.
Dopo quasi 15 giorni di divieto di utilizzare l’acqua per scopi potabili e alimentari, la parte nord e ovest di Oristano e le frazioni di Massama e Nuraxinieddu sono ancora privi di un servizio di primaria importanza come quello dell’acqua potabile.
Lo ha ricordato il consigliere comunale dell’Udc, Giuseppe Puddu, che ha presentato un’interpellanza al sindaco e alla giunta sull’argomento.
Puddu ha ricordato che il divieto del sindaco di Oristano di utilizzare l’acqua era dovuto alla sua torbidità, a causa delle piogge consistenti che avrebbero determinato l’infiltrazione di impurità nelle sorgenti. Divieto che vige ancora oggi, nonostante non si siano verificate piogge nelle ultime tre settimane.
Secondo il consigliere dell’Udc, la gravità della situazione impone un’attenta valutazione da parte del sindaco Lutzu e della giunta, che interpella per sapere:
1) Se sono a conoscenza che la condotta foranea che alimenta l’abitato di Oristano contiene, nel proprio percorso, tra gli altri, anche le seguenti derivazioni: partitore per Bauladu, partitore per Tramatza, partitore per Solarussa e Siamaggiore; poiché non risulta che in questi Comuni sia stato disposto il divieto di utilizzo dell’acqua, che ovviamente possiede le stesse caratteristiche (e anomalie) di quella che arriva ad Oristano; se l’Amministrazione Comunale unitamente al competente servizio dell’Asl, abbia fatto le proprie valutazioni in merito e, se si, a quali conclusioni sia pervenuta.
2) Se sono a conoscenza che il fenomeno di torbidità e/o colorazione anomala è generalmente conseguenza del manifestarsi di precipitazioni intense e durature che si verificano annualmente nelle sorgenti dopo un lungo periodo di siccità, quando le prime piogge, dilavando il suolo dai residui derivanti dal pascolo abusivo e infiltrandosi nel sottosuolo, “inquinano” l’acqua di sorgente che si accumula, mentre le piogge successive, seppur intense e forti, non generano queste anomalie poiché si infiltrano in un terreno già “dilavato”.
3) Se, alla luce di quanto rappresentato nei punti precedenti, non ritengano opportuno approfondire le cause della situazione determinatasi, anche prendendo in considerazione altre ipotesi, quali ad esempio problematiche connesse ai lavori, attualmente in corso di esecuzione, consistenti nella realizzazione di una nuova condotta foranea che parrebbe in esecuzione nelle immediate adiacenze di quella esistente, dove quindi potrebbero verificarsi inevitabili interferenze a seguito di possibili rotture dei tubi tuttora in esercizio, con conseguente immissione in condotta di terra e detriti, provocando i tipici fenomeni di torbidità dell’acqua; e, se si, quali azioni di tutela della cittadinanza siano state poste in essere, ovvero quali assicurazioni siano state acquisite a tutela degli interessi della collettività Oristanese.
4) Perché, al primo riscontro di anomalie nell’acqua proveniente dalle sorgenti non sia stata interrotta l’alimentazione di Oristano, chiudendo una delle saracinesche che si trovano nella foranea prima dell’abitato, mandando l’acqua “sporca” a scarico nei punti della condotta a ciò destinati.
5) Perché in presenza di torbidità/potabilità dell’acqua delle fonti non si utilizzi esclusivamente quella proveniente da pozzi che, seppur in quantità minore (circa l’80% del fabbisogno totale, poiché la foranea contribuisce per circa il 20%), sarebbe perlomeno pulita e utilizzabile senza alcun problema anche per scopi alimentari e potabili.
6) Quali azioni intendano porre in essere affinché tali gravi disagi non si ripetano. (Giuseppe Puddu, consigliere comunale Udc)
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